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Mancini: “Il Sud mi ha sempre dato tanto. Con la fede ho trovato la felicità”

Il debutto in giallorosso lo ha già pregustato nella sfida di martedì con il Savoia, appena catapultato a Messina. Appuntamento solo rimandato per Manuel Mancini, uno dei volti nuovi di un mercato invernale che ha regalato subito colpi importanti. Il trentunenne giocatore romano spiega così le difficoltà legate alla prima parte di stagione vissuta a L’Aquila, club dal quale è giunto in prestito. “Mi avevano ingaggiato per giocare da trequartista, ma dopo l’esonero del tecnico (Giovanni Pagliari, ndr), avvenuto alla settima giornata, col nuovo allenatore sono stato sempre impiegato da esterno a destra e non sono riuscito a mettermi in mostra. Posso giocare da mezzala, mediano o trequartista. Se devo essere utilizzato sulla fascia posso adattarmi ad esterno sinistro, come a Verona e in parte L’Aquila, perché mi viene più facile agire con il piede invertito. Ora sono a disposizione del mister Grassadonia”.

Un primo piano di Manuel Mancini

Al Messina ha detto subito sì, dopo la chiamata del ds Pagni. “All’inizio avevo guardato la posizione di classifica della squadra e non mi era ovviamente piaciuta. Invece una volta qui ho trovato un gruppo che mi ha accolto benissimo. Con Corona, un grande calciatore, ho subito instaurato un bel rapporto. Giorgio mi ha fatto inserire alla svelta. Questa squadra si può rilanciare e l’allenatore ha tanta voglia. Con Pagni eravamo stati insieme a Gallipoli ed anche il presidente Lo Monaco in passato voleva portarmi a Catania, quando avevo 23 anni”.

Alle spalle una carriera importante e maglie di un certo “peso”, ma anche la sensazione di non essere mai definitivamente esploso. “Sono stato a Verona e Siena, due tappe importanti. In bianconero ho vissuto la Serie A, anche se non ho avuto mai la possibilità di giocare. Anche quelle a Taranto e Salerno sono state due belle esperienze. Lì ho lasciato degli amici e c’è tanta gente che mi vuole bene. Il Sud, in particolare, mi ha dato sempre tanto. Sono un calciatore che ha bisogno di sentire il calore della piazza ed eventualmente avvertire anche un po’ di pressione. Mi reputo inoltre un tipo schietto, che dice le cose in faccia, ma questo a volte si paga perché può essere un limite. A Verona, ad esempio, ho detto più volte all’allenatore Mandorlini ciò che pensavo e che per me non andava”.

Il nuovo ds Danilo Pagni

Il presente adesso si chiama Messina. E Mancini è destinato a ricoprire un ruolo chiave nello scacchiere di Grassadonia. “Questa società ha deciso di puntare su di me e ringrazio tutti per la fiducia. Io cercherò di dare il massimo, mi piace prendermi le responsabilità. L’esordio mancato col Savoia ? Nell’arco di una giornata ho firmato il contratto e sono arrivato a Messina, dunque è stato soltanto rimandato. Inoltre sono stato contento per il giovane Sciliberto che ha potuto debuttare. Adesso sono pronto per il Barletta, anche a giocare dal 1’. Secondo me possiamo arrivare in alto, sono positivo di natura. Intanto dobbiamo pensare a tirarci fuori da questa situazione di classifica. Occorre rimanere tranquilli dopo la vittoria col Savoia e restarlo eventualmente anche in seguito ad una sconfitta”.

Amato Ciciretti, all’esordio col Messina

Sugli altri elementi nuovi, Serpieri e Ciciretti, romani come lui, aggiunge: “Serpieri ha il mio stesso procuratore e mi hanno detto che è molto bravo. Ciciretti ha grandi potenzialità, l’ho visto coi miei occhi. Auguro ad entrambi il meglio e di tenere sempre il profilo basso, in quanto dopo la Primavera si possono ricevere tante bastonate e bisogna restare umili”.

Al servizio del Messina c’è ora un Atleta di Cristo. Mancini racconta così la sua vocazione: “Non sono un bigotto, è anzi una libertà d’espressione da trasferire in mezzo al campo. Altri possono magari accusare maggiore ansia. A 19 anni ho perso mio padre, eravamo otto figli e mi sono caricato la famiglia sulle spalle. Da donne e soldi non riuscivo a trovare la felicità, come accaduto invece con la fede. Il Signore mi ha dato pace e tranquillità. Prego sempre prima di entrare in campo e spero di essere d’aiuto ai compagni anche sotto il profilo morale e umano”.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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