José Mamede nelle vesti di procuratore
Tra gli uomini simbolo del Messina che vent’anni fa ha scritto la storia c’è il centrocampista portoghese José Mamede, il cui italiano ancora oggi è impeccabile anche perché ha giocato più nel nostro Paese che in patria: “Ho iniziato a casa, nel Vitoria Setubal, ma alla fine sono state più le stagioni in Italia che in Portogallo. Torno spesso nel vostro Paese perché faccio il procuratore e quindi sono sempre in giro. C’è anche la famiglia da seguire, soprattutto il mio figlio più grande, che gioca nello Sporting Lisbona”.
Immutate, indelebili, anche le sensazioni della serata del 5 giugno 2004: “I ricordi sono bellissimi. Una serata e una notte stupenda, anche perché Messina era da tantissimi anni senza la serie A. Con il Como fu un successo e una soddisfazione enorme per tutti”. L’esperienza siciliana è stata felicissima: “Sono stato benissimo in quei tre anni con la mia famiglia. Di Messina ne parlo sempre bene, mi sono trovato al meglio con la società e la gente. Ancora oggi a casa parliamo di quei tempi”.
Mamede è riuscito anche nella rara impresa di unire le due sponde dello Stretto: “I miei due figli sono nati a Reggio Calabria, dove ho vissuto tre anni, e infatti parlano anche italiano. Poi sono arrivate Messina e Genova. In giallorosso ho giocato l’anno di serie B, poi un anno e mezzo in A”.
Ancora saldo il legame con gli ex compagni della promozione mentre da Messina manca da quasi vent’anni: “Non sono più tornato a Messina. Spero di organizzarmi perché lì ho ancora alcuni amici che sento, da Antonello al figlio di Fazio. Sento Coppola, Sullo, Fusco, Zoro, Zaniolo, Iliev e Di Napoli. Un bel gruppo di amici, a cui sono rimasto legato. Poi ognuno ha la sua vita e non è facile ritrovarsi”.
Con Coppola, Mamede ha firmato un’invidiabile coppia di centrocampo: “Abbiamo giocato tantissime partite insieme, ci siamo trovati bene entrambi e infatti avevamo una bella intesa. A volte i gruppi non sono così belli ma lì c’erano uomini veri, con Bortolo Mutti che era una grandissima persona”.
I sentimenti sono misti, perché ci sono ricordi divertenti e un po’ di amarezza per un’attualità in cui il Messina non è più protagonista: “Tra Coppola e Storari era una bella lotta per capire chi fosse più matto ma sinceramente anche Zaniolo non scherzava. Purtroppo viviamo di ricordi, i tempi belli sono rimasti indietro e quando gira così c’è poco da fare”.
Nel settembre 2015 il Messina tesserò il portoghese Diogo Tavares, un profilo che proprio Mamede indicò a Polo Dattola: “Lo sento spesso ancora oggi, perché era il mio procuratore. Adesso sono io che ho intrapreso quella carriera”. Nessun contatto recente invece con l’Acr: “Non ho mai parlato con la società, anche perché in Lega Pro non facciamo molte operazioni. Seguo sempre le squadre in cui ho giocato, guardo risultati e classifica, perché sono rimasto legato e in fondo anche perché è il mio lavoro”.
Consistente la schiera di assistiti seguiti anche da Mamede: “Oggi lavoro per la Pro Eleven, un’agenzia di livello, attiva da 22 anni. Assistiamo tra gli altri Diogo Dalot del Manchester United, Ricardo Horta del Braga, David Carmo e André Horta, che hanno appena vinto la Conference League con l’Olympiakos, Aurelio Buta dell’Eintracht, Goncalo Paciencia del Bochum e Leonardo Buta, che ora rientrerà all’Udinese”.
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