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Maccarrone: “Pronto a ripartire ma la società mi venga incontro. Venuto l’uomo giusto”

L’avventura di Giordano Maccarrone con il Messina potrebbe non essere definitivamente conclusa. Il difensore catanese è stato uno dei simboli dell’ultima stagione dei peloritani. Difensore arcigno, forse non elegante ma di grande temperamento, è entrato nel cuore dei tifosi il giorno dello “sciopero” della squadra, che per protesta si è presentata davanti ai cancelli di Natale Stracuzzi.

De Vito e Maccarrone
De Vito e Maccarrone (foto Giuseppe Scialla)

Proprio lui fu uno dei protagonisti di quei momenti e il video in cui si scagliava contro la proprietà ha fatto il giro del web, fino a diventare l’icona di stagione tanto tormentata quanto  avvincente, vanificata dalla mancata iscrizione del Messina in Serie C. I giallorossi ripartiranno dalla Serie D e da Antonio Venuto, tecnico che Maccarrone ha già avuto a Milazzo: “E’ la scelta migliore per ripartire, Messina è una piazza che con la Serie D c’entra davvero poco e deve fare in fretta a tornare tra i professionisti. A Milazzo con lui mi sono trovato bene, darà il massimo e farà rendere al massimo i suoi giocatori così come ha fatto in altre piazze in cui ha allenato. Sono certo che farà bene”.

Maccarrone
Maccarrone stoppa la sfera

Maccarrone potrebbe essere uno dei punti di forza del nuovo Messina. Sotto questo punto di vista i messaggi lanciati al neo patron Pietro Sciotto sono abbastanza incoraggianti: “Ho avuto un contatto telefonico con il presidente e sono stato molto chiaro con lui. Non ho mai fatto la Serie D ma sarei disposto a provare questa esperienza per il Messina perché è una piazza ed una maglia a cui mi sento particolarmente legato. In campo ho dato tutto, mi piacerebbe avere delle garanzie perché in questa categoria spesso per i calciatori si va a perdere. Sono più che disponibile a ripartire da qui, però non devo essere l’unico a tendere la mano ma dall’altra parte ci deve essere una società che mi viene incontro. Tra qualche giorno ci risentiremo con il presidente e vedremo”.

Sanseverino e Maccarrone
Sanseverino e Maccarrone a Lecce

Riavvolgendo il nastro dell’ultima stagione, dei sacrifici fatti per salvare il Messina sul campo, cresce la rabbia per come è andata a finire il 14 luglio. Per Maccarrone, così come per tutti i suoi compagni, il danno oltre la beffa, considerati i sei stipendi avanzati che i giocatori dovrebbero recuperare in parte soltanto tra due o tre anni: “La fase in cui Stracuzzi doveva lasciare è stata abbastanza concitata ed anche io mi sono lasciato andare, come testimonia quel video. Tutti noi pensavamo che fosse stato toccato il fondo ma purtroppo così non è stato. In quelle settimane c’è stato un gruppo che ha fatto di tutto in una situazione impossibile. Il gruppo Proto ci aveva dato determinate garanzie, ci era stato detto che se noi in campo avessimo risposto come si deve non ci sarebbero stati problemi. Io e miei compagni abbiamo mantenuto l’impegno salvando il Messina sul campo, la società invece non ha rispettato la parola data”.

Maccarrone
Una scivolata sul terreno inzuppato d’acqua

Maccarrone non trattiene l’amarezza: “In campo non ci siamo mai risparmiati, dopo la sconfitta con il Melfi siamo stati trattati come delle m… Da quando è subentrato Proto, vale a dire da Pagani in poi, non abbiamo sbagliato una sola gara. Dopo quella sconfitta siamo stati colpevolizzati, la società ha parlato di dignità e orgoglio, non vedevamo l’ora di giocare la partita di Lecce ed alcuni miei compagni in quella settimana hanno dormito solo due ore a notte. Io stesso spesso ho giocato imbottito di antidolorifici e pensare che tutto questo non sia valso a nulla fa veramente rabbia. Si era creato un bel gruppo, penso che rinforzando la squadra con qualche ritocco in ogni reparto quest’anno il pubblico messinese si sarebbe potuto divertire e vivere un campionato di Serie C di alto livello. Quando si parla di stipendi dei calciatori non si deve commettere l’errore di pensare alle cifre che si sentono in Serie A. Qui si parla di compensi normali: anche i calciatori hanno mutui da estinguere e bollette da pagare, a questi livelli non ti puoi permettere di vivere di rendita e se le mensilità arretrate non sono una o due ma sei, allora tutto diventa più difficile”.

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