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Messina

Luchi: “A Messina anni intensi. Ricordo grandi persone e passione coinvolgente”

Il general manager a quasi vent’anni di distanza parla della sua avventura in riva allo Stretto: “Proprietà appassionata ma bisognava ricreare l’intera struttura. Partimmo con 400 spettatori per arrivare a 6.000 persone”. Indelebili le esperienze a Pesaro con il campione Alphonso Ford, sublimate da una qualificazione sfiorata alla Final Four di Eurolega e alla Virtus Bologna di patron Sabatini. Ora ottiene consensi per la sua attività di imprenditore e manager di sviluppo. 

Per la sua signorilità ed eleganza, oltre che per competenze e conoscenza nel mondo della pallacanestro, Andrea Luchi non è passato inosservato al momento del suo arrivo a Messina, in una realtà emergente ai piani alti della palla a spicchi. Era molto giovane ma la carriera del dirigente toscano sarebbe poi diventata di primissimo piano: in quattordici stagioni totali di serie A e Legadue, Luchi vanta un bilancio di 530 partite disputate con 302 vittorie, per un record del 57%, vincendo sei titoli e disputando sei finali, con l’unico rammarico di non aver mai sollevato la Coppa Italia persa sempre all’ultimo atto.

Luchi
Luchi a Montecatini

Avendo sempre guidato l’area tecnica di società poste ai vertici del movimento cestistico l’organizzazione non si poteva improvvisare ma anzi era un requisito imprescindibile per strutturarsi ad alti livelli. Già per quegli anni Luchi aveva intuito che il basket e le logiche del mondo aziendale potessero confluire in reciproci interessi così come avviene ormai a livelli estremizzati in periodi recenti: “Nel basket ho guidato vere e proprie Spa o Srl che alle volte arrivavano ad avere anche 110 dipendenti, numeri importanti. Dicevo sempre ai miei proprietari che le squadre dovevano essere dei punti di riferimento dell’intero territorio, un contenitore di valori comuni per fidelizzare l’ambiente ed i tifosi. Non si poteva prescindere da una pianificazione e programmazione complessiva di uomini e risorse, che andavano inserite nell’ottica del rispetto degli impegni contrattuali. Ho sempre sostenuto che i campionati li vincono le società prima che i giocatori perché questi ultimi in campo finalizzano un lavoro partito da lontano. La scelta delle persone è poi fondamentale”.

Andrea Luchi
Andrea Luchi dietro una scrivania (foto Sportal)

Gli inizi nel mondo del giornalismo sempre inseguendo la passione per la pallacanestro, che poi lo ha instradato da addetto ai lavori nel quartier generale di società di spessore. “Scrivevo per Superbasket grazie alla disponibilità dell’allora direttore Campana, oltre a quotidiani regionali e in più lavoravo per emittenti di Montecatini, la mia città e mio primo club in ambito manageriale, per il quale ricoprii il ruolo di ds. Mi chiamarono il patron Panati e il dt Benvenuti, allenatore di comprovata esperienza. Rimasi sei anni e realizzammo una bella ascesa culminata con la partecipazione all’A1 e alla Coppa Korac, con in campo i “gemelli” Boni e Niccolai nel loro inizio di carriera”.

Pallacanestro Messina
La Pallacanestro Messina in azione

L’anno seguente arriva a Messina per sposare un progetto appena partito, in una città inesperienza a quei livelli: “Avevo entusiasmo e voglia di fare un’esperienza fuori città. Mi chiamò coach Perdichizzi, che cercava una figura professionale che fungesse da collante con la società. Ci sentimmo con la proprietà e poi dopo un colloquio in cui non fissai condizioni particolari decisi di firmare: ricordo la passione e la vicinanza di Piccolo e del compianto ingegner Caruso. Bisognava però costruire tutte le basi organizzative perché il sodalizio era ai primi vagiti dopo che il titolo sportivo era stato trasferito da Barcellona, che l’anno prima veva sfiorato la serie A1 in finale con Udine”.

Leonardo Busca
Leonardo Busca in maglia Sicilia Messina

Luchi ricostruisce così le tappe dell’avventura in riva allo Stretto: Furono due anni bellissimi, il primo molto intenso. Ci strutturammo da zero, partimmo con 400 spettatori contro Borgomanero e si avvertiva l’esigenza di dover recuperare terreno anche rispetto ad altre piazze di tradizione di quella Legadue come Napoli, Reggio Emilia e Teramo. Centrammo la semifinale contro i partenopei che erano fuori categoria. Nel secondo il budget era inferiore ma durante la stagione la squadra fu migliorata in sede di mercato con diverse pedine come Bernard, Li Vecchi e Busca e il team si rese protagonista di una cavalcata incredibile che si fermò solo a gara-5 della finale playoff contro Teramo. Ricordo la corsa al biglietto, le 6mila presenze del PalaRescifina di San Filippo, che completarono un percorso di crescita durato un anno e mezzo in un contesto in cui la passione si allargò all’intera città. In Sicilia ho ancora tanti amici, ricordo la bontà della focaccia e tengo a salutare Alberto Donato che all’epoca rappresentava la famiglia Franza e Francesco Isaya”.

Alphonso Ford
Alphonso Ford in azione con la maglia di Pesaro

Successivamente una grande esperienza professionale e umana a Pesaro. Con il club marchigiano in due stagioni raggiunge una semifinale scudetto, una finale di Coppa Italia ed un quinto posto in Eurolega, eliminando Barcellona e Real Madrid dalle Top 16 e sfiorando le Final Four. Il tutto finì con la scomparsa del club guidato da Amadio: “Ricordo le 7mila presenze medie al campo, l’indimenticato Alphonso Ford, che fino alla malattia era uno dei giocatori più forti in Europa e la classe di Charles Smith, capocannoniere di Eurolega. Era una squadra davvero molto forte, con una panchina profonda. Purtroppo a metà del secondo anno perdemmo certezze economiche”.

Scafati
I successi di Luchi con Scafati

Luchi è ricordato con affetto anche da città appassionate come Scafati (centrerà il double promozione in A1 e Coppa Italia di A2) e Sassari (intuì subito le potenzialità della piazza e lanciò l’estro ai piani alti di Lionel Chalmers). Ultima esperienza tra 2007 e 2009 in forza alla Virtus Bologna del patron Sabatini, con cui instaura un rapporto diretto, ottenendo la riconferma prima che alla fine del biennio il massimo dirigente decida di mettere in vendita la società felsinea. “Lui è una persona creativa con idee decise e impetuose, ma che per la parte tecnica demanda molto ai suoi collaboratori. Eravamo guidati da coach Boniciolli e abbiamo vinto l’Eurochallenge organizzata in casa, ma perdemmo allo scadere di un punto la Coppa Italia contro una Men Sana Siena stellare, forse il mio più grande rammarico da dirigente”.

Luchi
Luchi alla Virtus Bologna

La carriera cestistica di Luchi sarebbe potuta continuare come Gm di Firenze per il varo di un nuovo progetto tecnico ma dopo un lungo tira e molla non si arrivò alla fumata bianca: “Fui corteggiato a lungo anche dall’Amministrazione del tempo, da toscano mi sarebbe piaciuto lavorare lì. Non è però scattata la scintilla finale da parte dei dirigenti. Bisognava smuovere la passione in città che propende decisamente per il calcio e solo una presenza stabile nelle alte sfere del movimento nazionale avrebbe aiutato ad accendere questo interesse da parte dei fiorentini”.  

Andrea Luchi
Andrea Luchi ai microfoni

Infine l’esperienza in parte inattesa come Responsabile Accommodation e Ristorazione presso il Comitato Organizzatore dei Mondiali di Ciclismo del 2013: “Era uno sport totalmente diverso per me, l’organizzazione aveva bisogno di una figura che vantasse la mia esperienza manageriale nel mondo dello sport. Per il completamento del budget, che in parte proveniva dal settore pubblico, ci sono voluti tempo e caparbietà. Un percorso che durò quasi tre anni tra la fase di dossier per la candidatura di Firenze che superò Genova e due località straniere, poi cominciò la parte organizzativa vera e propria di un evento che si componeva di dodici tappe”.  

Oggi Andrea Luchi è un imprenditore dinamico e di successo, che segue due progetti che ci descrive così: “Sono presidente di Italia Health Systems, società di Massa e Cozzile che è importatore e distributore esclusivo in tutta la penisola del sistema per la qualità dell’Aria Interna FilterQueen, un’azienda americana che costruisce il miglior sistema al mondo per l’eliminazione dell’inquinamento indoor dell’aria, oggi esigenza particolarmente avvertita nelle nostre case. Inoltre collaboro per la società di consulenza Crabiz, cercando di intercettare nuove occasioni di sviluppo”.

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