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Lucarelli: “La Lega Pro è questa: prevale l’agonismo. Messina ordinato e volenteroso”

Il tecnico del Messina Cristiano Lucarelli ha analizzato con la consueta schiettezza il derby di Agrigento, nel quale il suo ACR ha ottenuto il settimo risultato utile consecutivo tra campionato e Coppa Italia: “Dispiace di non essere riusciti a passare in vantaggio. C’erano dieci uomini dietro la linea della palla: se avessimo sbloccato la partita sarebbero aumentato gli spazi e avremmo incontrato meno difficoltà. È stata comunque avvincente, entrambe hanno provato fino alla fine a vincerla”.

Madonia in azione (foto Calogero Longo)
Madonia in azione (foto Calogero Longo)

Il pubblico agrigentino ha contestato lo spettacolo, ritenuto insufficiente: “Bisogna tenere conto della categoria, questa non è la Champions League. Spesso peraltro si trovano terreni di gioco non adeguati, anche se il nostro è perfino peggiore. Alleno da quattro anni in Lega Pro e sono già stato negli altri due gironi: il prodotto è questo. Prevalgono lotta, agonismo e spesso i calci piazzati sono determinanti”.

Per l’ex bandiera del Livorno il bicchiere è mezzo pieno: “Nel primo tempo ho visto un Messina molto ordinato, che soprattutto sulla sinistra è riuscito per diverse svolte a sfondare, eludendo il pressing dell’Akragas. La palla purtroppo rimbalzava male e la conseguenza erano controlli, tiri, cross, passaggi o lanci sbagliati. Grifoni ha fatto molto bene, mentre abbiamo sofferto sulla destra. Ci vuole un pizzico di cattiveria in più e qualche procuratore che rompa meno le scatole (l’originale è più colorito, ndc)“.

Cristiano Lucarelli
Il tecnico del Messina Cristiano Lucarelli a colloquio con i suoi calciatori

Anche la tifoseria peloritana sogna tempi migliori e Lucarelli ne è consapevole: “Portiamo uno scudetto sulla maglia che con tutto il rispetto per l’Akragas, che sta facendo molto bene, ha un peso specifico differente. Se guardo la classifica chiaramente non rispecchia il blasone e la tradizione del Messina. Abbiamo tenuto il pallino del gioco in mano e costruito tanto. Se avessimo vinto non avremmo rubato nulla”.

L’Akragas è orfano di Di Piazza, adesso in B a Vicenza, e l’ACR non ha un’alternativa a Pozzebon: “In questo campionato ci sono comunque attaccanti molto bravi. Foggia, Juve Stabia e Matera hanno l’imbarazzo della scelta. Poi spesso nel calcio chi la butta dentro alla fine ha ragione. Il nostro Livorno era una squadra normale e doveva salvarsi: poi io e Protti abbiamo realizzato 53 gol e siamo arrivati in serie A”.

Berardi
Berardi a colloquio con un avversario e il direttore di gara (foto Calogero Longo)

A un bomber che è stato anche capocannoniere nel massimo torneo, i cronisti agrigentini hanno chiesto come vive adesso la panchina: “La voglia di tornare in campo ogni tanto ci sarebbe ma ormai mi diverto il venerdì a giocare a calcetto con gli amici. Ho avuto la fortuna di smettere quando mi sono reso conto che non ce la facevo più. Avevo ancora un anno di contratto ma andai dal presidente dal Parma a dirgli che se mi fossi presentato in ritiro lo avrei preso in giro. Abbiamo trasformato l’accordo in un pluriennale da allenatore. Ho iniziato con gli Allievi, vincendo lo scudetto di categoria in finale contro l’Empoli. Servono motivazioni e io ho tanto entusiasmo, fame e voglia di arrivare. Ho scelto di fare la gavetta, senza aspettare di vedere passare il cadavere di qualche collega più importante. Meglio le patate bollenti che qualche Primavera di una big, dove rischi magari di bruciarti”.

L’ultima battuta sulla politica: “Il Referendum? Non vado a votare, come ho già fatto nelle ultime tre elezioni politiche. Sono coerente”.

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