Tradizionale conferenza stampa pre-partita per il tecnico del Messina Cristiano Lucarelli, che è tornato sul delicato momento attraversato dalla squadra: “Al netto di tutte le problematiche che stanno caratterizzando questa stagione dall’1 luglio, meriteremmo due o tre punti in più dell’attuale classifica. Pur avendo buoni giocatori, indossiamo una maglia che ha un peso specifico differente rispetto ad altre. Sicuramente a Melfi hanno meno pressioni. Anziché darci una marcia in più, un ambiente come quello di Messina sta frenando qualcuno. Diventerebbe uno stimolo se avessimo maggiore spessore, personalità e forza interiore. Senza falsa modestia, fu così per me a Livorno. Svariati calciatori in altre squadre di Lega Pro, con una storia meno ingombrante, magari renderebbero molto di più. Vengono inibiti dal contesto e dalla visibilità che dà il Messina”.
Il caso della settimana è stato rappresentato da Demiro Pozzebon, già dato per partente e contestato duramente, forse anche al di là degli effettivi demeriti, dal tifo organizzato: “Io non mi priverò mai di lui, non è in vendita anche perché ha firmato un contratto pluriennale in estate. Ieri mattina ha avuto un chiarimento con i tifosi, sancito da una stretta di mano conclusiva. A noi serve piuttosto un altro come lui. Ci sono stati degli interessamenti ma quando il mercato è vicino è inevitabile. Ho parlato con il ragazzo, che è mortificato perché non riesce a segnare, aspetto fondamentale per un attaccante. Se qualcuno lo vorrà dovrà pagarlo e noi dovremo avere dei vantaggi e quindi un’alternativa adeguata. Soltanto di fronte a un’offerta congrua ci siederemo al tavolo”.
Lucarelli non si dà pace per i torti subiti: “Nelle ultime tre partite peraltro il primo gol lo ha realizzato l’arbitro: è un dato di fatto, non vedo nessun complotto Ieri sera stavo guardando “Piazza Pulita”, poi ho spento e rivisto le immagini delle ultime partite. Contro il Fondi, che è andato a vincere a Foggia, ci siamo mostrati squadra, a dispetto dell’inferiorità numerica, concedendo poco. A Melfi avevamo in mano il pallino del gioco. Ero convinto che l’avremmo potuta ribaltare e invece siamo scomparsi nella ripresa. Non dovevo usare il bastone ma la carota nell’intervallo. L’emergenza non ci ha aiutato, eravamo senza leader come Rea, Berardi e Musacci. Con il Lecce, dopo l’immeritato svantaggio, ancora una volta ha pesato l’aspetto psicologico”.