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Messina

Lo stadio è di nuovo chiuso. Scattareggia: “Bandi pronti, un mese per le offerte”

L’Acr Messina sta vivendo un’annata da horror. E proprio quando dal campo sembrava arrivare qualche segnale d’inversione di tendenza, ecco altre grane. L’ultimo autogol arriva sul fronte stadio, come se non bastassero le annunciate partenze di Genevier e Baldè, esclusi dalla lista dei convocati e destinati ad accasarsi altrove. Il guineense, in particolare, avrebbe già lasciato lo Stretto.

La società ha annunciato la sospensione per una settimana della licenza all’organizzazione di pubblici spettacoli, senza fornire ulteriori dettagli. Puntuale è arrivato l’attacco del sindaco Cateno De Luca, che sulla pagina Facebook, suo house organ, ha affermato di avere appreso, senza ottenere conferme definitive, che la società non avrebbe pagato i Vigili del Fuoco, annunciando nel contempo la pubblicazione del bando per la gestione degli stadi, che potrebbe consentire di scrivere “nuove pagine di storia calcistica”. Il primo cittadino ha anche postato uno degli striscioni con cui la tifoseria ha contestato il presidente Pietro Sciotto, quasi a ribadire l’auspicio di un rinnovamento.

Cateno De Luca
Il post con cui il sindaco Cateno De Luca ha attaccato duramente l’Acr Messina

Secondo quanto appreso da fonti comunali, la Questura già nelle scorse settimane aveva vincolato il mantenimento della licenza ad alcune prescrizioni. La società avrebbe regolarmente adempiuto solo in extremis agli obblighi, anche di natura economica, non rispettando però la scadenza relativa alla presentazione della documentazione richiesta, fissata per le ore 12 di venerdì. Da qui la linea dura dell’organo prefettizio e la nuova, paradossale, chiusura dell’impianto. Impossibile comunque raccogliere una replica dell’Acr, considerando che la società è – come tradizione – in silenzio stampa.

Scattareggia
L’assessore Scattareggia in conferenza stampa

Nel frattempo, abbiamo cercato di fare chiarezza sui tempi relativi all’affidamento pluriennale delle strutture con l’assessore allo sport Giuseppe Scattareggia: “I bandi misti sono pronti e verranno svelati a breve. Dovremo concedere almeno trenta giorni di tempo per la predisposizione delle offerte da parte degli interessati. Confidiamo ovviamente di attrarre anche investitori di portata nazionale e non solo soggetti locali”. 

Gli uffici comunali hanno lavorato negli ultimi mesi, per fare il punto sullo stato dell’arte. “Sono state predisposte le schede tecniche con le criticità degli impianti e quanto occorre per la messa a norma per poterli rendere nuovamente agibili per pubblico e atleti. Chi subentrerà nella gestione dovrà effettuare i lavori richiesti e consegnare le certificazioni al Comune. Dovrà inoltre intestarsi tutte le utenze, di luce, acqua e gas, dal momento che il “salva Messina” voluto dal sindaco prevede l’azzeramento di queste spese”. Che considerando tutti gli impianti cittadini ammontano – riferisce Palazzo Zanca – a un milione e 300mila euro per le utenze, ai quali si aggiungono altri 300mila euro di costi del personale.

Le desolanti condizioni in cui versava la palestra dello stadio “Celeste” qualche mese fa

“Verranno vagliati i progetti relativi alla gestione successiva della struttura rimessa a norma. Per “Franco Scoglio”, “Celeste” e “PalaRescifina” si immagina un bando europeo, dal momento che queste strutture possono ospitare anche concerti, anche se la finalità principale resterà ovviamente l’attività sportiva. Non escludiamo la formula del project financing”, aggiunge Scattareggia, che assicura anche un nuovo bando per la Piscina Cappuccini, considerando i contrasti tra chi la gestisce oggi, la Waterpolo Messina, e le altre società che vorrebbero utilizzarla, ma contestano i canoni imposti.

Ma gli impianti verranno davvero concessi per 99 anni, come annuncia De Luca? L’assessore chiarisce: “La tempistica è legata alla credibilità di chi chiederà l’affidamento, quindi potrebbe essere anche molto più ridotta”. Un paletto inevitabile, dopo dieci anni di gestioni inadeguate. Anche se tocca evidenziare, per dovere di cronaca, che la strada dei “project financing” venne battuta a più riprese già dall’ex city manager Gianfranco Scoglio e da altre sindacature. Senza particolare successo.

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