Ultimi giorni da presidente del Città di Messina per Maurizio Lo Re, che mercoledì prossimo lascerà all’imprenditore milanese Rocco Arena la gestione di un club nato nel 2010, reduce da una miracolosa salvezza dopo due promozioni consecutive.
Martedì è previsto l’arrivo in città del massimo dirigente del Cfi Alicante. Il giorno dopo, nello studio del notaio Nunzio Arrigo, verrà formalizzato il cambio di proprietà. Successivamente è anche previsto un incontro con il sindaco Cateno De Luca, al quale parteciperanno sia i dirigenti uscenti che quelli subentranti.
L’avvocato Vincenzo Messina e il consulente Lorenzo Donato hanno trasmesso al legale Carmelo Santoro tutti gli incartamenti contabili del club, che in queste ore vengono visionati a Milano, negli uffici del Consorzio Toro. Conti in ordine, con un passivo complessivo di 150mila euro già rateizzato nei prossimi cinque anni e quindi assolutamente gestibile dalla proprietà subentrante.
Lo Re e i suoi compagni di avventura escono di scena: “I soci del Città di Messina, come promesso al sindaco nell’incontro pubblico con i tifosi, fanno un passo indietro nell’interesse di tutti. Avevamo detto che se si fosse presentato un imprenditore intenzionato a riportare in alto il calcio cittadino, noi ci saremmo fatti da parte. Manteniamo la parola data, anche se avremmo paradossalmente ancora voglia di fare calcio”.
Un addio che non può essere indolore, ammette il presidente: “È una nostra creatura e ad una persona passionale come me non piace affatto lasciare tutto e subito. Ma è un atto dovuto. Non abbiamo chiesto posti nel consiglio di amministrazione e lasciamo alla nuova società anche le nostre formazioni giovanili, che rappresentano un gioiellino, come dimostra l’approdo agli ottavi nazionali nella categoria Juniores”.
Perché è sfumato invece l’accordo con l’Acr? “A Sciotto avevo chiesto un fidanzamento ufficiale di un anno. Avremmo garantito il nostro apporto economico, pari a quasi un terzo del suo budget, ma tenuto fuori dall’accordo il settore giovanile, che fino al termine dell’anno avrebbe mantenuto la denominazione “Città di Messina”. Una cautela ovvia, considerando che la società aveva fatto malissimo in questi due anni ed era fortemente osteggiata dalla piazza. Se i risultati fossero arrivati, avrei poi traslato il vivaio all’interno dell’Acr l’estate successiva”.
Lo Re rivela che l’accordo con la famiglia Sciotto è saltato anche per un altro punto, ovvero la pianificazione biennale degli investimenti: “Avevamo proposto di depositare presso un professionista terzo l’intero budget della stagione calcistica 2019-2020, mentre avremmo voluto mettere da parte sponsorizzazioni e incassi in una sorta di “salvadanaio”, in vista dell’annata successiva, il 2020-2021. Ma non ci siamo trovati d’accordo. Soltanto dopo l’annuncio dell’intesa con Arena, Sciotto ci ha comunicato il suo dietrofront. Era ormai troppo tardi, noi abbiamo una sola parola”.
Con Arena invece è nato tutto da una battuta, l’ormai celebre “Se non riesco a concludere con una ragazza non è detto che debba provarci con la sorella…”, che l’imprenditore milanese si era fatto scappare proprio con MessinaSportiva: “L’ho contattato dicendogli scherzosamente che neanche io guardo le sorelle degli altri… Poi la discussione è entrata nel vivo e in poche ore poi si è trovata la quadra”.
Il Città di Messina intanto, proprio nella serata di giovedì, chiuderà idealmente la stagione, e di fatto un’era, in un locale messinese: “Ho voluto convocare amici, collaboratori e staff per ringraziarli e salutarli. Ci saranno anche mister Furnari, capitan Bombara e il direttore tecnico del vivaio Coppola”.