Nella sua interminabile conferenza stampa, Pietro Lo Monaco si è soffermato anche sulla questione tecnica, commentando il rendimento di una rosa che è riuscita ad andare al di là di ogni possibile previsione negativa: “Credo che l’organico fosse in grado di salvarsi prima del tempo, ma l’aspetto tecnico non si può disgiungere da quello caratteriale. Da quel punto di vista la squadra era da Prima Categoria… Il problema è che quando si fanno le squadre il calciatore difficilmente si scinde dall’uomo. Elementi buoni tecnicamente, avevano caratterialmente delle gravi problematiche, evidenziate anche nelle due partite con la Reggina”.
A chi chiedeva delle cessioni eccessive effettuate in estate il patron dell’ACR Messina ha replicato con decisione: “Facile parlare dopo, di Caturano e De Vena l’allenatore aveva considerazione zero. Sono però venuti qui Orlando, Bjelanovic e Vincenzo Pepe, tutti voluti da Grassadonia. La rosa non è stata affatto stravolta: sono rimasti i vari Lagomarsini, Pepe, Silvestri, Bucolo e Corona. Al posto di chi è andato via e non aveva mai giocato nella passata stagione sono arrivati giocatori di B e C1. Nigro, Altobello, Damonte e Stefani sulla carta avevano grande esperienza. L’obiettivo era di salvarci e l’organico poteva centrare questo traguardo. De Paula e Rullo non erano all’altezza? A gennaio sono arrivati elementi come Berardi, Mancini e Ciciretti, che non si discutono”.
Il mercato invernale non è riuscito comunque a tappare le falle evidenziate dai primi mesi di campionato: “Abbiamo trattato Alessandro ed Anastasi, giocatori che non sono voluti venire; evidentemente non eravamo appetibili. Non cerco colpevoli, se un colpevole c’è stato da un punto di vista tecnico è stato il sottoscritto. Mi sono accorto subito di certe cose ma ho fatto prevalere sensazioni poi rivelatesi sbagliate. Qui non ho fatto il Lo Monaco, è cambiata la condizione. Ho tirato fuori i soldi e dato ampia libertà di azione ai miei collaboratori. Se ci ho ripensato? Sì, non rifarei più l’operazione”.
Ultima stoccata al Coni ed ai vertici della Lega: “Abbiamo pagato poi le cervellotiche decisioni di una Lega allo sbando, su 20 punti di penalizzazioni alla Reggina ne hanno ridati 18. Sono stato tentato di non giocare contro di loro, di non presentarci, oppure di andare a Torre Annunziata, perché bisognava affrontare il Savoia. La Reggina è stata presa per i capelli, non sono state delle scusanti, perchè ovviamente quando non si raggiunge un obiettivo vuol dire che si è fallito”.