Il nuovo direttore generale del Messina Pietro Lo Monaco è stato ospite di “Antenna Giallorossa” su Rtp e ha tracciato un bilancio del suo primo mese in società, anche se la sua designazione ufficiale non è mai arrivata: “L’Acr riparte dai professionisti e sta costruendo una realtà che possa ambire a traguardi che in passato sono stati nel Dna di questa realtà. Il presidente Pietro Sciotto mi ha garantito un Messina solido, forte, che possa ambire nel medio tempo, in tre o quattro anni, a traguardi importanti. In C se sei bravo a gestire ci rimetti un milione, un milione e mezzo. Se sei in B fai “zero a zero”. In A se sei bravo fai i soldi ed è l’unica categoria che fa sognare la gente”.
In Lega Pro c’è anche la prospettiva di qualche plusvalenza, che magari giustifica i 18 contratti pluriennali già siglati dal Messina. Il riferimento è il Palermo, che ha ricavato 2,1 milioni di euro con Lorenzo Lucca, che potrebbero diventare 3 con i bonus legati al suo rendimento. Lo Monaco sul punto non si fa illusioni: “È un caso a parte, un giovanissimo con caratteristiche che non hanno tanti, che ricopriva un ruolo appariscente. In C è difficilissimo che tu possa riuscire a fare mercato con i calciatori. Bene ha fatto il Palermo a commercializzarlo. Questi proventi comunque contribuiscono in un bilancio ma non incidono in modo risolutivo”.
La formazione affidata a Sasà Sullo conta ben dieci stranieri. Soltanto la Juventus Under 23 in C ne ha così tanti: “Abbiamo un’organizzazione tecnica che sta sul pezzo e monitora tutto il mercato calcistico. Ovviamente ci siamo aggiudicati soltanto quelli che potevamo permetterci. I parametri che ci eravamo posti li abbiamo rispettati: giovani, con costi contenuti e prospettive di crescita”.
Nessuna conferma rispetto all’organico della precedente stagione, anche se elementi come Sabatino, Bollino o Foggia avessero già esperienze in C: “L’affetto purtroppo non porta nulla nel calcio. Un buon giocatore di D quando si misura con la C comprende tutte le difficoltà. Lo stesso vale per chi è in C e guarda alla B. Si è scelto di resettare tutto, anche se vincere un campionato non è mai facile. Si è deciso di non tenere nessuno e si è creata una rosa totalmente nuova. Anche lo staff tecnico è stato rinnovato, come tutto il gruppo di lavoro. La vera anomalia è che si è fatto in appena venti giorni. Abbiamo lavorato bene, non abbiamo trovato nulla. Non c’erano più neanche le magliette”.
Il ritorno si è concretizzato dopo le pressioni della proprietà: “Avevo altre situazioni in ballo, offerte dalla B che poi dopo avere dato la parola ho fatto decadere. Con Sciotto, che conosco da tantissimo tempo, abbiamo parlato tante volte e l’ho sempre stoppato. Credevo di avere già dato, ma ha avuto la costanza di insistere”.
Lo Monaco è stato seguito in riva allo Stretto da tanti fedelissimi: “Hanno firmato un contratto triennale il segretario generale Failla e Argurio, un ds preparato, un tifoso del Messina, mi ha fatto riflettere a lungo sull’opportunità di un mio ritorno. Con noi ci sono i dottori Puglisi e Fugazzotto. Il team manager Parisi non si aspettava nemmeno di essere chiamato, perché allenava a livello giovanile, ma è tagliato per questo e lo sta facendo nella maniera giusta. Parliamo di professionisti che stanno con me da tempo e sanno fare con passione il loro lavoro”.