Il patron dell’ACR Messina non ha nascosto la sua grande fiducia in vista del big-match con i silani e commentato il deludente andamento delle presenze: “Troppo basse, sono sconcertato dal dimezzamento degli abbonamenti”. Annunciata la separazione da Parachì: “Non rientra nei piani della società, non ha avuto atteggiamenti consoni ad un club professionistico”. Durissima l’analisi sulle attuali prospettive della piazza: “Soltanto un pazzo può pensare di fare calcio oggi a Messina”.
A presentare il big-match della decima giornata di Seconda Divisione in conferenza stampa è stato il patron dell’ACR Messina Pietro Lo Monaco, che ha fatto il punto sul delicato momento della squadra: “Abbiamo attuato il silenzio-stampa per lasciare i giocatori tranquilli, senza fargli esprimere troppi pareri sulla prossima partita con il Cosenza. Vogliamo giocarcela a tutti i costi al meglio. Di fronte ci saranno due squadre in posizioni di classifica diametralmente opposte. Loro hanno 20 punti, noi siamo terzultimi a quota 8. Stando alla classifica sembrerebbe una sfida tra un gigante ed una formica. Non è così perché abbiamo la consapevolezza di avere tutti i requisiti per raggiungere l’obiettivo prefissato, la serie C unica, che rappresenterebbe un’altra vittoria di campionato. La strada è in salita ma abbiamo le possibilità di farcela”.
Il dirigente non ha nascosto la sua grande fiducia in vista del match con i silani: “La partenza ad handicap non intacca le nostre certezze. Senza episodi sfortunati avremmo sei o sette punti in più, ma purtroppo nel calcio l’imponderabile è dietro l’angolo. Le due squadre attraversano soltanto due momenti differenti dal punto di vista psicologico. Loro hanno vinto alcune partite in extremis: un segnale di forza, che però giustifica anche il primo posto. Noi invece abbiamo lasciato troppi punti per strada: un segnale di fragilità, ma le qualità tecniche sono innegabili. Abbiamo tutte le possibilità di metterli in grande difficoltà e sono convinto comunque che a fine anno gli saremo davanti in classifica. Mi attendo una gara caratterizzata dal grande agonismo. Avrà torto chi non vi assisterà, anche se purtroppo mi attendo soltanto qualche centinaio di presenze in più sugli spalti rispetto all’ultima gara. Sono favoriti dal pronostico, ma sottovalutarci potrebbe essere un grave errore. In campo troveranno una bolgia, non sarà lo stesso sugli spalti perché la loro media spettatori, che oscilla tra i 4.000 ed i 5.000 spettatori, per noi rappresenta un’utopia”.
Lo Monaco si è soffermato a lungo sul trend relativo alle presenze allo stadio: “Tutto ci saremmo aspettati tranne che dopo avere vinto un torneo avremmo fatto il 50% degli abbonamenti dell’anno prima, nonostante la conferma dello stesso prezzo. Il numero di spettatori non è all’altezza delle nostre aspettative. Ce ne siamo fatti una ragione ed andiamo avanti comunque: daremo seguito al nostro ambizioso progetto. Vincere tra i Dilettanti non era affatto scontato e ci aspettavamo una risposta diversa. Se invece dei soliti 1.500 spettatori con il Cosenza ne arrivassero il doppio saremmo contenti e vorremmo confermarli anche nelle gare successive. La mancata presentazione della squadra al pubblico non può avere inciso: neppure l’anno scorso era stata organizzata. Anche i grandi nomi sul mercato non servono, basti pensare al caso dell’honduregno Leon, dal quale un anno fa ci siamo separati dopo un paio di mesi. Questi campionati si giocano e si vincono con i giovani”.
Durissima l’analisi sulle attuali prospettive della piazza, nella quale pesano problematiche di natura logistica e quindi economica: “Soltanto un pazzo può pensare di fare calcio oggi a Messina. In Lega Pro vanno sostenuti costi fissi, per evitare sanzioni e penalizzazioni. La mancata disponibilità di una struttura d’allenamento ed il vagabondaggio da un campo all’altro hanno sicuramente avuto ripercussioni. La squadra ha anzi mostrato uno spirito di adattamento notevole. Non abbiamo una struttura dove fare allenare i 120 ragazzi del vivaio. Anche il settore giovanile comporta ingenti investimenti, perché abbiamo tre formazioni che ogni settimana viaggiano per l’Italia, sostenendo le stesse trasferte della prima squadra. Dobbiamo investire un mare di soldi in uno stadio per il quale non abbiamo ottenuto ancora neppure la stipula della convenzione annuale. Abbiamo ottenuto il XXIV° Artiglieria grazie al Città di Messina che si è fatto da parte: lì non vi è necessità di interventi di manutenzione, ma soltanto un problema burocratico relativo ai permessi. Abbiamo presentato un progetto ed a breve forniremo al Comune una bozza di convenzione, che stiamo concordando con il Credito Sportivo. Con i soldi incassati nella gara con il Poggibonsi non abbiamo neppure coperto i costi di organizzazione dell’evento, necessari per pagare le maschere. In questo modo non si possono sostenere campionati di categoria superiore, che avrebbero costi ancora più elevati. Su queste basi non è semplice programmare il futuro”.
Lo Monaco ha spiegato anche la perdurante assenza di Parachì dagli allenamenti: “È fuori rosa, dal momento che in questo momento non rientra nei piani della società. Lo abbiamo cresciuto dai tempi di Milazzo, ma purtroppo assume spesso degli atteggiamenti che non sono in linea con quelli di un calciatore professionista. Non si può abbandonare la squadra per una settimana senza dare notizie. Lo abbiamo deferito, ritengo sia proprio una decisione definitiva e che debba dedicarsi ad altro. Con il preparatore atletico Vincenzo Milazzo abbiamo concordato invece la risoluzione consensuale del contratto. Il suo lavoro ad ogni modo non può essere ancora giudicato, potremo farlo soltanto tra qualche mese”.
L’ex dirigente del Catania è fiducioso invece sulle risposte del resto del gruppo: “Ho parlato alla squadra nelle ultime due settimane e sono convinto che a breve reagirà. Elementi come Gherardi, Lasagna, Bolzan, De Bode, Maiorano e Guadalupi rappresentano un valore aggiunto: siamo pazienti e non vediamo l’ora di vederli nel pieno della condizione”.