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Lo Monaco commentò così l’inattesa separazione: “Il vento non si può incatenare”

Il calcio è una metafora della vita e nel mondo del pallone non sono mai mancate le clamorose separazioni e gli altrettanto inattesi ricongiungimenti. A metà dicembre, con il mercato alle porte, Fabrizio Ferrigno preferì lasciare Messina. Una decisione che colse di sorpresa il patron Pietro Lo Monaco, che non lo nascose nel corso della conferenza stampa di presentazione del suo successore, Danilo Pagni: “Il direttore sportivo ha manifestato l’intenzione di andare via per convenienza propria. Fortunatamente siamo una piazza di rilievo ed abbiamo subito tamponato questa lacuna ingaggiando un dirigente che gode di tutta la nostra fiducia”.

Il ds Fabrizio Ferrigno sugli spalti del San Filippo insieme  al patron Pietro Lo Monaco
Il ds Fabrizio Ferrigno sugli spalti del San Filippo insieme al patron Pietro Lo Monaco

Sembrava il preludio ad un lungo matrimonio, ma in realtà la luna di miele è durata appena tre mesi. Lo Monaco presentò così l’ex dirigente di Matera ed Arezzo, dove aveva iniziato la stagione con Eziolino Capuano in panchina e con un altro volto noto a questi lidi, il centrale difensivo Mirko Stefani, poi accasatosi in riva allo Stretto: “Qui Pagni può fare un lavoro importante per il Messina e per la sua carriera. Ha avuto esperienze in piazze di un certo tipo, come Salerno e Taranto. È sicuramente uno dei più bravi direttori sportivi della C” sentenziò il massimo dirigente.

Eppure Lo Monaco fu quasi profetico nell’evidenziare che questa separazione avrebbe lasciato qualche strascico e che a suo avviso i dirigenti dovrebbero concludere il campionato nella stessa squadra con cui l’hanno iniziata: “Una volta durante l’anno un allenatore non si poteva accasare altrove in corso d’opera. I direttori sportivi poi fanno le squadre, prendono i giocatori, instaurano un certo tipo di rapporti: cambiare a stagione in corso è una follia. Purtroppo i regolamenti lo consentono e quando uno vuole andare via io non faccio neanche tanti commenti. Dico solo arrivederci e grazie, anche perché il vento non si può incatenare…”. Ma tre mesi dopo ha ricominciato a spirare in direzione San Filippo…

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