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Lo Monaco chiarisce: “Con Sciotto ci siamo sentiti. Ma non tornerò a Messina”

Pietro Lo Monaco e l’Acr Messina sono stati accostati più volte nelle ultime settimane, ma un ritorno del dirigente originario di Torre Annunziata in riva allo Stretto non è all’ordine del giorno. Ad assicurarlo è il diretto interessato: “Con il presidente Pietro Sciotto abbiamo un’amicizia trentennale e mi ha chiesto delle consulenze. Ci siamo sentiti spesso, è vero, ma non accadrà niente di più”.

Pietro Sciotto
Il presidente dell’Acr Messina Pietro Sciotto (foto Nino La Macchia)

L’ex amministratore delegato del Catania non usa giri di parole per illustrare gli scenari futuri: “Mai e poi mai ci potrebbe essere un mio interessamento. Penso di aver dato già abbastanza e la mia esperienza si è conclusa tempo fa. Diffido chiunque ad associare il mio nome a possibili interessamenti per l’Acr Messina”.

Lo Monaco riavvolge il nastro e rivendica i risultati ottenuti tra il 2012-2013 e il 2014-2015: “Dopo aver vinto due campionati consecutivi, con un doppio primo posto (non accadeva dai tempi di Emanuele Aliotta, ndc), avevo invocato l’aiuto della città. Eravamo già passati dai 700 abbonati della D ai 350 in Seconda Divisione. In prospettiva avevamo bloccato per l’attacco tre top player come Iemmello, Lapadula e Donnarumma. Ma non ottenendo risposte adeguate, annunciai per tempo il mio disimpegno. Dopo tre campionati mi sono messo da parte, cedendo a zero euro un titolo di C”.

Pietro Lo Monaco
L’ex patron dell’Acr Messina Pietro Lo Monaco in conferenza stampa (foto Paolo Furrer)

Il dirigente non cita quindi il play-out perso, anche perché l’Acr fu poi effettivamente riammesso a seguito della sentenza della Corte d’Appello Federale sul caso “Dirty Soccer”, che portò invece al declassamento in D della Vigor Lamezia.

Dopo anni, il futuro di Lo Monaco potrebbe essere lontano dalla Sicilia: “Sto valutando delle offerte giunte dalla serie B, dal Nord Italia. Con il Catania ho chiuso ogni rapporto a febbraio, quando ho capito che non c’era più la possibilità di far fronte a certe situazioni”.

Gli etnei non dovrebbero però ripartire dalla D, come è avvenuto a Bari e Palermo: “Il club non è mai fallito e la matricola è ancora quella originaria. Il 23 luglio ci dovrebbe essere il passaggio al nuovo gruppo, che spero abbia la forza economica per rilanciare una piazza importante. Mi auguro che qualcuno possa fare lo stesso con il Messina. Se consideriamo anche Palermo, soltanto qualche anno fa c’erano tre squadre in A e ora ci si ritrova quasi nel buio totale. Sinceramente fa male: sono tre grandi piazze che meritano ben altro”.

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