Qualsiasi squadra di calcio ha provato l’esperienza di essere condannata a vincere, anche solo per una domenica. Alle volte è ammesso un solo risultato, senza il quale cade un castello di carte o – peggio – si sprofonda nuovamente nelle sabbie mobili abbandonate qualche settimana addietro.
Questa domenica è toccato a L’Iniziativa San Piero Patti scendere in campo con l’obbligo di conquistare i tre punti. Gli uomini di Ciccio Nardi hanno avuto la meglio sul Casteldaccia, ma sia chiaro: l’1-0 maturato grazie al rigore messo a segno da Antonio Laquidara è solo un mattoncino di un muro chiamato salvezza che è ancora tutto da costruire.
Se non altro, al triplice fischio, l’importante è sapere su quali forze si dispone, quale cuore gettato oltre l’ostacolo ha permesso ai giallorossi di risalire la classifica anche quando la vera sensazione era quella di fare a botte col destino.
Ed in questo successo – lo sanno benissimo nel centro nebroideo – non c’è solo il tiro dagli undici metri del terzino ex Milazzo, spesso reinventatosi match-winner. Non c’è, tantomeno, la sola leadership di Massimo Spinella, vicino a spegnere 44 candeline e chiamato ad indossare la fascia di capitano per strigliare a suon di ruggiti un manipolo di giovani verso l’ennesima, agognata permanenza in Promozione.
Tra le fila de L’Iniziativa c’è la forza di volontà di chi tra lo stupore generale ha davvero tirato avanti la carretta, meritando gli encomi di mister Nardi in più occasioni. C’è, ad esempio, il coraggio di Alessio Di Stefano, quel classe 2000 che ha appese alla cintura le chiavi del centrocampo ed accarezza con gli scarpini ogni pallone della partita, così come la tenacia dei veterani. C’è chi – per l’appunto – come Stefano Bucca e Rosario Addamo, è chiamato a compensare lo sforzo di giovanissimi come l’ex allievo ACR Messina con non pochi sacrifici.
E loro due – lo sanno anche i muri perimetrali del “Comunale” – di noie fisiche e motivi per mollare ne hanno avuti parecchi in questa stagione, cominciata come nessuno avrebbe potuto aspettarsi in una lunga serie di veri e propri incidenti che hanno ostacolato il percorso della formazione sampietrina.
Addamo ha ad esempio subito la frattura della mandibola nella prima fase della stagione. Bucca, in così tanti finali di partita da perderne il conto, ha sofferto sul campo, dovendo lasciare il passo a gol pesanti come macigni, che hanno negato ai suoi di raccogliere punti utili ad una salvezza che di gara in gara si è fatta sempre più difficile da raggiungere, almeno fino al momento della ripresa. Tutta roba che avrebbe steso un elefante, ma non loro che alla TV hanno visto i mondiali dell’82 e non hanno voglia di lasciare la barca in balìa delle onde.
La vittoria col Casteldaccia – lo dicono gli sguardi a fine partita, lo dice il primo vero canto di gioia del campionato – è anche di chi si sacrifica senza dare nell’occhio. E’ di Bucca, Addamo e Spinella, che insieme hanno più di cento anni e ma stessa voglia di sempre. E’ di Laquidara che ha messo la palla dentro, come di chi ha timbrato il cartellino nelle vittorie così come quando i giallorossi erano dati per spacciati.
I punti adesso sono 24, ma la minaccia dei playout è sempre vicina, a due lunghezze. Francesco Nardi ed i suoi hanno delle certezze da cui ripartire, ma non dite loro che proprio Spinella, Addamo e Bucca – la coppia centrale e quel portiere con esperienza da vendere – stanno scalando la classifica delle difese: con soli 19 gol subiti sono adesso saliti al secondo posto insieme alla capolista Villabate, incollati al CUS Palermo che vanta la migliore retroguardia con soli 16 gol incassati.
I veterani l’hanno detto chiaro: la porta è sbarrata, la strada è quella giusta. Adesso bisognerà solo soffrire. Subendo poco, però, andrà meglio. L’Iniziativa ci crede.