Leonardo Limatola è consulente esterno del Fc Messina ai grandi progetti, e quindi allo stadio. Una collaborazione nata quasi un anno fa: “Ho conosciuto il presidente Arena e sono stato per la prima volta al “Franco Scoglio” il 13 ottobre, nel giorno dell’esordio di Facundo Coria contro il Giugliano. Alla Fiorentina sono stato ben undici anni, durante la gestione Della Valle. Sono arrivato nel 2008, quando erano già in A e in Champions. Con il cambio di proprietà era legittimo un avvicendamento tra i manager legati alla precedente gestione”.
Limatola dovrà concentrarsi in particolare sul bando, che ha giudicato positivamente nonostante le perplessità di vari osservatori: “In tempi brevi darà risposte e poteri esecutivi. In Italia la certezza dei tempi è un problema. Tra il 2008 e il 2017 sono stati completati duecento stadi in Europa: da noi solo due, a Torino e a Frosinone. La Juventus ha ottimizzato l’investimento riqualificando un’area abbandonata nella zona della Continassa. A Messina si potrebbe immaginare qualcosa di simile. A Roma e soprattutto a Firenze la situazione non si sta sbloccando nonostante il grande impegno di Della Valle prima e Commisso oggi. A Milano si stanno muovendo, anche se San Siro è un impianto particolare e quasi un luogo di culto calcistico”.
L’impianto di San Filippo ha svariate criticità: “Realizzato in una conca, era già vecchio quando è stato costruito e inaugurato, nel 2003. È privo di una copertura, con gli spogliatoi ricavati sotto la Curva e l’area hospitality ridotta al minimo. Stadi senza la tribuna principale coperta non si vedevano da cinquant’anni e il “Franchi”, che è degli anni ’30, già l’aveva”.
E soprattutto non è semplice gestirlo o manutenerlo: “In A il Messina si attestò su medie spettatori comprese tra 25mila e 31mila spettatori. Erano altri tempi, ma l’entusiasmo e la passione si possono riaccendere. Un’economicità pluriennale è possibile rivisitando totalmente la struttura. Servono ovviamente le approvazioni da parte del Comune, per procedere a migliorie e all’adeguamento alle norme Fifa e Figc, che ora non rispetta”.
La certezza è che chi vincerà il bando dovrà effettuare interventi drastici: “Al momento il “Franco Scoglio” è omologato per 7.000 posti. Occorrono investimenti importanti, milionari. Vanno migliorate l’efficienza energetica, l’illuminazione, i confort e i servizi e rivisti tutti gli impianti, ormai superati. Ma la logistica è ottima e confidiamo nella collaborazione di partner credibili”. Fa riferimento a Infront? “Loro sono impegnati con una decina di squadre in Italia. I led? Sono uno degli strumenti del marketing moderno. Non averli è un paradosso. Vorremmo ricollocarli allo stadio”.
I consiglieri comunali hanno contestato il mancato inserimento del “Giovanni Celeste” in un bando unico con il “Franco Scoglio”. Sul punto Limatola non si sbilancio: “In via Oreto il Fc ha investito oltre 100mila euro. Forse la gestione complessiva poteva rappresentare un vantaggio, ma i due impianti hanno vita e storia a sé. Il “Celeste” potrebbe essere riattivato per le categorie inferiori, con meno spettatori. Ma è dentro la città, come a Parma, e questo complica molto la gestione dei flussi”.
È stato proprio l’ex dirigente della Fiorentina a cercare un approccio con la proprietà dell’Acr. Perché il presidente Arena non lo ha fatto quando era in città? “Ho scritto domenica scorsa a Paolo Sciotto per chiedere un colloquio, ma non ho avuto risposta e poi abbiamo letto dai giornali la loro scelta. Il Fc il dialogo lo ha sempre cercato, in tempi non sospetti. Già l’estate scorsa e poi a Natale, con una lettera aperta. Evidentemente non c’è apertura dalla controparte…”.
Proprio il massimo dirigente, in uno slancio d’entusiasmo, ha annunciato altri progetti ambiziosi, che però Limatola ritiene perseguibili soltanto in seguito: “Il centro sportivo a Rometta? È molto utile, quasi indispensabile. Ma la priorità va allo stadio. Abbiamo già il Celeste e alcuni campi per il settore giovanile. Serviranno anni, non si può mettere troppa carne sul fuoco”.
Un discorso che vale anche per le scuole calcio da sviluppare all’estero. Limatola fu molto attivo in India: “Un’avventura molto interessante. Fiorentina e Atletico Madrid furono gli unici club europei a partecipare al campionato nato nel 2014. Arena è già presente in Spagna con l’Alicante, una “sociedad anónima deportiva”, con tanti soci che eleggono un presidente”. Il club è stato appena battuto ai rigori dal Torrent Fc, nella semifinale play-off. Dovrà ritentare l’assalto alla Tercera Division l’anno prossimo. Un po’ come il Fc Messina.