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Lega Pro, si è dimesso il presidente Macalli. Termina un’era durata 18 anni

L’ennesima bocciatura del bilancio sembrava il preludio al commissariamento, ma Mario Macalli ha deciso di anticipare tutti, facendo un passo indietro. Il presidente, che era in carica ormai da 18 anni, ha rassegnato infatti le sue dimissioni. Con lui lascia anche tutto il consiglio direttivo. “Non c’è nessun passo indietro o in avanti. Nella vita abbiamo delle priorità, in questo momento le mie non hanno nulla a che vedere con il calcio”, ha commentato all’Ansa il vicepresidente federale, pur senza confermare ufficialmente le sue dimissioni.

Lega Pro
Stravolgimenti in vista ai vertici della Lega Pro

Un addio di Macalli, comunque, era nell’aria ormai da diverso tempo. Oltre ad essere stato sfiduciato dalle stesse società appartenenti alla Lega Pro, che lo scorso 30 giugno non avevano approvato il consuntivo della stagione 2013-2014, l’ormai ex presidente, il 25 giugno, era stato squalificato per 4 mesi dal Collegio di garanzia del Coni, per una vicenda legata alla registrazione dei marchi del Pergocrema.

In particolare, secondo la Procura della Federcalcio, Macalli “stabilì chi dovesse svolgere l’attività calcistica professionistica nella città di Crema e con ciò venendo meno al suo ruolo di imparzialità quale presidente della Lega Pro e vicepresidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio e in conflitto di interessi per l’acquisizione di marchi relativi e denominazioni di società sportive, rimanendo a tutt’oggi titolare di tre dei quattro marchi registrati a suo nome”.

Mario Macalli
Mario Macalli è stato per 18 anni presidente della Lega Pro

Entro martedì prossimo verrà nominato un commissario che gestirà l’ordinaria amministrazione fissando altresì la data in cui si terrà l’assemblea elettiva, presumibilmente entro metà agosto. Nonostante le mille polemiche sollevate dalla sua lunghissima gestione, Macalli aveva sempre resistito al comando della terza lega calcistica professionistica italiana, senza mai prendere in considerazione l’ipotesi di fare un passo indietro. Lo spettro di un commissariamento, paventato dal presidente della Figc Carlo Tavecchio, è stato evidentemente il preludio al suo addio.

Il campionato nato dalla fusione di Prima e Seconda Divisione è d’altronde in grande affanno, con 4 squadre che hanno già rinunciato al prossimo torneo ed una decina di club in bilico per motivi economici. Tanto che i vertici del calcio italiano – in una crisi sempre più evidente – ipotizzano per il futuro prossimo la riduzione della serie A da 20 a 18 squadre, quella della B da 22 a 18 e quella della Lega Pro dalle attuali 60 a 36, con due gironi da 18. Un dimagrimento fisiologico, anticipato dalle defezioni e dall’annunciato blocco dei ripescaggi, in vigore dal 2016/2017.

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