Nonostante i ben 72 punti in classifica e il secondo posto, i giallorossi si preparano ai playoff con più dubbi che certezze. Non c’è feeling con il tecnico Padalino, non sono bastate le 12mila presenze di media al “Via del Mare”.
Ciò che poteva essere e che non è stato, con il solito contorno di frustrazione per l’ennesima promozione diretta mancata. Si possono riassumere così le caratteristiche assunte, fino ad oggi, dal campionato del Lecce di Pasquale Padalino, quest’ultimo vittima di una contestazione che è decisamente raro vedere rivolta a un tecnico secondo in classifica. Ma come mai si è giunti a una presa di posizione tanto netta da parte della tifoseria? Le cause, molteplici e in parte contorte, sono da rintracciarsi in diversi momenti della stagione giallorossa, anche se sono poi venute fuori in un esplosivo tutt’uno in seguito alla roboante debacle in quel di Foggia.
Tale situazione, va detto, era inimmaginabile almeno fino a febbraio. Il Lecce aveva infatti entusiasmato tifosi e addetti ai lavori per ben oltre metà del torneo in corso, condotto quasi sempre da capolista, solitaria o in coabitazione. Un gioco almeno inizialmente spumeggiante, una squadra di campioni spinti dalle reti di Caturano, dai dribbling di Torromino, dalla corsa di capitan Lepore, dalla classe di Mancosu, dalla grinta di Potenza, senza dimenticare il dodicesimo uomo, quel pubblico leccese capace di registrare numeri (una media di oltre 12mila spettatori al Via del Mare) superiori a diversi club di Serie A. Insomma, gli ingredienti, e i risultati, c’erano tutti, e questo sembrava davvero l’anno buono per conquistare il tanto agognato primo posto.
Eppure già nel “periodo d’oro” qualche segnale di crepa c’era già stato. La squadra, apparsa come corazzata imbattibile nelle prime fasi del torneo, ha via via perso smalto, e Padalino non è riuscito ad ovviare a un problema che ha poi portato al netto calo fisico e tecnico registrato a marzo. Il tecnico foggiano ha infatti sempre e solo insistito con un solo modulo, il 4-3-3 (con l’unica eccezione del 4-2-4 visto proprio a Messina), costruito attorno a un gruppo di titolarissimi il cui eccessivo utilizzo nella prima metà di campionato ha portato all’assenza di un “piano B” quando questi sono venuti fisiologicamente a mancare per acciacchi vari. Non di minor conto è stata la totale mancanza di empatia con il pubblico leccese, da sempre abituato a tecnici focosi (da Mazzone a Rossi e Cosmi) o più pacati ma di grande personalità (da Fascetti a Ventura e Zeman). Il vaso, riempito ulteriormente dalle sconfitte di Caserta e Francavilla, è definitivamente traboccato a causa della goccia, e che goccia, venuta giù dal cielo foggiano nel big match del 19 marzo, di fatto uno spareggio per la Serie B.
Allo Zaccheria il Lecce non è praticamente sceso in campo, uscendo surclassato da un Foggia che non ha “strafatto” ma si è semplicemente mantenuto sui propri standard di qualità e dimostrando in una sola volta quanto tutte le accuse mosse dalla critica nei confronti della guida tecnica giallorossa non fossero poi così infondate: dall’incapacità di proporre alternative di gioco all’inconsistenza sui calci piazzati, dal poco carattere nei momenti decisivi alla poca confidenza nel misurarsi alla pari con le altre “grandi”. A far esplodere la furia dei tifosi c’è stato poi l’atteggiamento tenuto nel postpartita da mister Padalino, dapprima fotografato abbracciato e sorridente con il rossonero Coletti, poi avventuratosi, in sala stampa, nell’infelice espressione “perdere a Foggia ci sta”, infine ripreso per aver concesso ai calciatori (ed essersi concesso) una giornata di riposo ritenuta fuori luogo dai supporter salentini. Da lì in poi, il putiferio, certamente esasperato dall’emotività di un ambiente reduce da quattro mancate promozioni di fila nonostante il grado di favorita numero uno attribuito puntualmente ogni agosto al Lecce.
È passato oltre un mese da quella dimenticabile domenica pomeriggio, e a Lecce e dintorni la contestazione non sembra volersi placare. In un modo o nell’altro, tuttavia, l’ambiente giallorosso è chiamato a rasserenarsi per recuperare certezze ed energie in ottica playoff, che vedranno l’undici di Padalino impegnato a partire dal Secondo Turno (domenica 21 maggio) e per cui c’è tutto il tempo per prepararsi. Gli appelli si sono sprecati da una parte e dall’altra (il club inneggia all’unione per il bene della maglia, i supporter invocano i calciatori, come si suol fare, a tirare fuori gli attributi), e la situazione sembrerebbe potersi placare per il bene comune. In mezzo c’è lui, Pasquale Padalino, verso il quale i tifosi non sembrano, al momento, voler fare alcun passo, né volergli perdonare le mancanze per cui è “processato”. Per conoscere il grado di serenità con cui il Lecce affronterà gli spareggi promozione non resta altro, dunque, che assistere agli ultimi tre match di stagione regolare con Messina, Paganese e Fidelis Andria. Gare “amichevoli” per quanto riguarda la classifica giallorossa, ma che potrebbero comunque fungere da spartiacque per il futuro di Padalino & co.
La presentazione dell’avversario del Messina è stata curata per noi da Alessio Amato di SalentoSport.net