Con Gianmarco Pozzecco e David Sussi non si è limitato a comporre esclusivamente lo staff tecnico ma ha dato vita anche ad una famiglia di tecnici capace di trascinare, dentro e fuori dal parquet, l’Upea Orlandina ad una delle più belle stagioni collezionate nella storia recente del sodalizio biancoazzurro. Giuseppe Foti a quarantasette anni e dopo tanta gavetta accumulata nelle serie minori, con la massima signorilità, acume e preparazione, sempre messe al servizio della squadra, ha meritato un palcoscenico tanto ambito come quello della DNA Gold, la seconda serie nazionale. Il suo curriculum parla chiaro ed evidenzia l’esperienza maturata a livello regionale: originario di Catania, ha iniziato ad allenare giovanissimo ad Acireale, dove è rimasto fino al 1998 (con un intervallo di un anno a Ragusa). Il suo percorso professionale è proseguito poi a Gravina, Comiso, Catania e Gioia Tauro, fino al ritorno nel 2006 ad Acireale, dove è stato richiamato con l’obiettivo di riportare il club a disputare i campionati nazionali. Raggiunge il traguardo nel 2008 con la promozione in Serie C Dilettanti (l’attuale Divisione Nazionale C), sfiorando un altro salto di categoria nelle stagioni 2011/2012 e 2012/2013 quando la sua squadra perde solo alla finale playoff, rispettivamente contro le favorite Pallacanestro Trapani e Cus Messina. La scorsa estate il meritato approdo in terra paladina per fare da vice al “Poz”, la storia è recente, si è assistito ad una stagione avvincente e ricca di emozioni per una squadra partita col semplice obiettivo di provare a centrare i playoff per poi fare più strada possibile nella post season. I successi non mancano ed i biancoazzurri giungono alla finale promozione contro l’Aquila Trento.
Primo ad arrivare ed ultimo a lasciare il PalaFantozzi, amante della Sicilia e della ridente Capo d’Orlando, ha sposato con entusiasmo il progetto allestito dalla famiglia Sindoni e nonostante la recente ufficialità che la sua avventura all’Orlandina non proseguirà (il campano Di Carlo lo sostituirà nello staff tecnico del nuovo coach Giulio Griccioli, ndc), abbiamo voluto ascoltare direttamente i suoi pensieri e le considerazioni al termine di una bella favola sportiva che lo ha visto assoluto protagonista.
Il tecnico catanese inizia la sua analisi dalla recente separazione intercorsa con l’Orlandina, una squadra che lo ha segnato profondamente dopo una stagione di successi.
“Con la società ci siamo parlati con grande maturità, siamo rimasti in ottimi rapporti, soddisfatti del lavoro compiuto. E’ normale che un tecnico nuovo (Griccioli, ndc) punti su allenatori già conosciuti e con cui ha lavorato in passato in carriera per condividere il progetto. Ringrazio pubblicamente la famiglia Sindoni per tutto e per come mi hanno assistito in quest’esperienza, nutro nei loro confronti la massima stima”.
Dieci mesi densi di significato e carichi di emozione per la squadra finalista della DNA Gold che ha fatto sognare ad occhi aperti una comunità intera. Foti non usa giri di parole per riassumere i segreti del successo.
“L’anno che si è chiuso resta memorabile, abbiamo lavorato al massimo delle nostre possibilità instaurando la massima sintonia tra noi assistenti ed i risultati ci hanno dato una mano regalandoci tranquillità e fiducia. Gianmarco Pozzecco ha creato un clima superlativo tra i giocatori dando risalto al gruppo che allenava”.
Non tutto era così scontato alla vigilia infatti la squadra è partita ad handicap frenata dagli infortuni e qualche sostituzione nel roster, l’allenatore ex Acireale esamina tutti i momenti che di diritto entrano nel libro dei ricordi.
“Non voglio dimenticare i momenti difficili, in primis la partenza con tre sconfitte consecutive, poi è arrivata la prima vittoria della svolta (con Ferentino, ndc) che ha fatto da apripista a sette successi di fila. Indimenticabile anche il successo esteno nel derby con Barcellona con numerosi tifosi al seguito. Nei playoff custodisco con piacere il ricordo di gara 4 di semifinale con Verona quando ho diretto la squadra dalla panchina (Pozzecco fuori per squalifica e con Basile out per infortunio, ndc) ad un successo emozionante che ci ha proiettati in finale”.
I complimenti non si esauriscono neanche con riferimento alla piazza, una Capo d’Orlando sempre più innamorata della sua squadra di basket, vero motore e segreto per i successi del team biancoazzurro.
“E’ palese che in una piccola realtà si instauri un rapporto diretto tra tifo, atleti e addetti ai lavori. Qui quotidianamente ti capita di incontrare i tifosi, l’entusiasmo è gestito ed incanalato sui giusti binari dalla dirigenza col patron Sindoni in testa: Non abbiamo mai avvertito il peso delle aspettative, abbiamo sempre lavorato nella più totale tranquillità anche dopo i tre ko iniziali”.
Adesso il grande sogno di tutti gli sportivi orlandini e siciliani in genere è li ad un passo, quella serie A che tornerebbe al PalaFantozzi dopo sette anni. Foti è sicuro che l’Upea possa ben disimpegnarsi anche nella massima competizione nazionale e giustamente si sente assoluto protagonista per quello che la squadra ha fatto vedere nell’ultimo torneo.
“La squadra è pronta e merita la A nel più breve tempo possibile, ci abbiamo provato sul campo conquistando la finale, adesso il ripescaggio non lo vedo un ripiego ma un diritto acquisito sul parquet grazie ad una stagione da protagonista. La società ha sempre gestito le dinamiche di propria competenza, sarebbe il successo anche per me che mi sento ancora parte integrante del progetto”.
Una parentesi riguarda il momento nerissimo attraversato da tutto lo sport nazioanle e dalla palla a spicchi che quotidianamente assiste inerme alla sparizione di squadra ed a un generale ridimensionamento rispetto altri campionati europei. In Sicilia le società lanciano un accorato grido d’allarme che non può passare inosservato .
“Il momento è estremamente difficile per tutti, non si può andare avanti con realtà che poggiano le loro fortune su mecenati. Spero ad esempio che Barcellona continui il suo percorso, così come Agrigento e Trapani pur ambiziose devono rafforzare la compagine societaria. Servono progetti duraturi e non semplici fuochi di paglia con sodalizi costretti a chiudere in poco tempo.
Ad esempio Acireale (società allenata per sette anni consecutivi da Foti, ndc) da 10-15 anni sta gestendo le proprie forze senza fare il passo più lungo della gamba. Inoltre il lavoro sul settore giovanile non può essere un ripiego ma centrale oltre a quello con la prima squadra. Nella nostra regione poi un problema peculiare è il reperimento degli impianti, le difficoltà logistiche sono all’ordine del giorno e la composizione degli organici dei campionati ne risente con i tornei giovanili Eccellenza che si compone squadre di diversa posizione geografica con numerevoli chilometri di distanza (Messina e Trapani, ndc). Ciò non avviene in Lombardia dove esistono squadre suddivise in gironi equilibrati dal punto di vista geografico”.
In conclusione spazio al futuro di un tecnico che ha sempre preferito che fosse il campo a parlare per lui e che avverte le difficoltà di programmazione dei nostri club.
“Le differenze ci sono col passato, 5 anni fa a luglio ero costantemente al telefono e programma vola nuova stagione, oggi è impossibile perché c’è troppa incertezza. Spesso viaggiavamo per assistere alle Summer League e scoprivamo talenti da lanciare alle nostre latitudini. Adesso dopo aver atteso le iscrizioni delle squadre, la tappa successiva è conoscere le decisioni del Consiglio Federale e la composizione dei gironi. Attendo la chiamata giusta, questo è un lavoro che mi appaga”.