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Messina

L’alibi del rigore “doppio” non regge. Il Messina paga ancora l’atteggiamento remissivo

Neppure il silenzio stampa questa volta è servito per scacciare i nuvoloni neri che da oltre un mese si addensano sul Messina. A Martina, al cospetto di una formazione volenterosa ma comunque priva di un terminale offensivo di spessore, i peloritani non sono riusciti a mantenere in mano le redini di un match che dopo un’ora di gioco sembravano potere amministrare senza particolari patemi. Uno svarione difensivo ha costretto l’ottimo Iuliano all’uscita disperata su Arcidiacono ed a quel punto la luce si è spenta. Come un anno fa peloritani sconfitti in rimonta e nel finale da un avversario che soltanto qualche mese fa avevano condannato al declassamento in D, prima del provvidenziale ripescaggio estivo.

Iuliano ancora una volta grande protagonista, ma non è bastato
Iuliano ancora una volta grande protagonista, ma non è bastato

Ci si potrebbe appigliare alla grottesca ripetizione del primo penalty, respinto dal portierone campano, che potrebbe avere pagato il posizionamento al momento della battuta, segnalato dal guardalinee ma indotto comunque dall’interruzione della rincorsa da parte del battitore. Qualche centimetro di troppo rispetto alla linea di porta, che ha consentito all’ex Montalto di calciare nuovamente il rigore, peraltro centralmente, questa volta con profitto. Ex perché il 26enne originario del centro trapanese di Erice era uno dei tanti prospetti cresciuti nelle giovanili del FC Messina, che dopo la scomparsa del club di Franza hanno cercato ed ottenuto fortuna ad altri lidi. Gli sprazzi del suo talento li avevano osservati anche in riva allo Stretto e la punizione che ad una manciata di minuti dal 90’ ha steso i giallorossi è davvero da applausi. Una sassata che si è insaccata sotto l’incrocio e che ricorda purtroppo la prodezza con cui Caserta raddrizzò un altro match che il Messina conduceva, a Castellammare.

Il rientrante Nigro ha propiziato la rete del momentaneo 1-0 di Izzillo
Il rientrante Nigro ha propiziato la rete del momentaneo 1-0 di Izzillo

La rete su azione mancava proprio dalla gara con la Juve Stabia ma non è stato sufficiente neppure il primo sigillo di Izzillo, bravissimo nello sfruttare lo svarione difensivo del Martina e la sponda di Orlando sul traversone di Nigro, al rientro al pari di Altobello e Bjelanovic. Il croato ancora una volta non è riuscito ad incidere, al pari di Pepe, che ha peraltro sulla coscienza insieme a Benvenga il mancato aggancio del pallone che Arcidiacono ha poi tramutato nel penalty che ha propiziato la rimonta. Anche Grassadonia finisce di diritto sul banco degli imputati, per via dell’atteggiamento troppo remissivo mostrato dalla squadra nel corso della ripresa.

In panchina non vi erano forse le alternative necessarie e si tornerà quindi a discutere del mercato estivo: i vari Ferreira, Maiorano, D’Aiello, Guerriera, Squillace, Bernardo, De Vena e Caturano si sono accasati altrove ed i loro sostituti fin qui li fanno rimpiangere, probabilmente anche per via della competitività di un torneo nel quale anche le ultime della classe possono fare i conti su esterni di spessore (vedi Arcidiacono e Carretta) o sulla verve e la fantasia di elementi con i piedi buoni, come il pur non trascendentale Magrassi. Il Messina, dicevamo, potrebbe appigliarsi al rigore della discordia (a Cosenza, Corona si vide respingere il tiro da un Ravaglia avanzato rispetto alla linea di porta) ma i legni centrati da Carretta prima, con l’irregolarità netta di Montalto non sanzionata, e De Risio poi fotografano un’inaccettabile supremazia territoriale che il Martina non aveva saputo invece sfruttare nei primi 45’.

La panchina del Messina. Nessun tesserato giallorosso si è presentato a fine gara dai cronisti
La panchina del Messina. Nessun tesserato giallorosso si è presentato a fine gara dai cronisti

Arretrare il baricentro, su campi caldi e quando la posta in palio pesa, è inevitabile ed a volte anche costruttivo se si riesce a pungere di rimessa, ma Bucolo e compagni non possono regolarmente prestare il fianco all’avversario di turno. La società ha già disposto il prolungamento del silenzio stampa ma tenere lontani i taccuini dei cronisti non serve se il gruppo non riesce a scuotersi ed a raccontare le divisioni dello spogliatoio sono stati Corona e Stefani. Il patron Lo Monaco ha chiarito che a gennaio è previsto soltanto qualche ritocco ma con appena due punti di margine sulla zona play-out ed un calendario tosto all’orizzonte l’esigenza di qualche innesto di spessore e della contemporanea rinuncia a chi ha deluso maggiormente potrebbero essere presto sempre più pressanti.

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