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L’Akademia è senza palazzetto. Costantino: “Così dovremo rinunciare alla A2”

Tante incognite e un futuro decisamente incerto. Questa è la situazione che attualmente si trova a vivere l’Akademia Sant’Anna, per la quale le prossime settimane saranno decisive per comprendere se sarà possibile partecipare al campionato di Serie A2 di pallavolo femminile. La società del presidente Fabrizio Costantino, dopo una stagione eccezionale culminata con l’impresa storica di riportare Messina in Serie A dopo oltre 20 anni, potrebbe ritrovarsi con il cerino in mano e, con grande delusione e la consapevolezza di aver buttato alle ortiche tanto lavoro e sacrificio, potrebbe definitivamente rinunciare alla partecipazione al prossimo campionato di A2.

Akademia Sant'Anna
Il presidente dell’Akademia Sant’Anna Fabrizio Costantino

E le motivazioni, tra l’altro, appaiono legate quasi esclusivamente a motivi eccezionali rispetto alla capacità di programmazione, tanto tecnica quanto economica del sodalizio messinese. “Ad inizio luglio l’Akademia dovrà inviare alla Legavolley tutti gli incartamenti necessari per ottenere l’iscrizione ufficiale al prossimo campionato – chiarisce Costantino – Ad oggi, però, la situazione appare ingarbugliata e nebulosa. Non per difficoltà che riguardano aspetti economici: in questo senso ci siamo mossi con largo anticipo preparandoci alla possibilità di dover affrontare un campionato così importante e costoso e, anche se non abbiamo riscontrato l’entusiasmo e la vicinanza che ci saremmo aspettati dagli imprenditori locali, sappiamo che in qualche modo riusciremo a far fronte ai nostri impegni. Il nodo della questione riguarda, piuttosto, la difficoltà di trovare nell’intera provincia messinese degli impianti che possano ottenere le autorizzazioni da parte della Federvolley che, tra l’altro, chiede due palazzetti a norma per poter ufficializzare l’iscrizione al campionato (uno ufficiale e uno sussidiario in casi di emergenza)”. 

Akademia Sant'Anna
La centrale Giulia Cardoni alla battuta (foto Marco Familiari)

Al PalaTracuzzi sarebbe necessario sostituire il parquet, escludendo quindi le società che praticano la pallacanestro: “Ancora oggi ci sono delle criticità che riguardano gli impianti messinesi che sono sotto gli occhi di tutti: prima di tutto la maggior parte dei palazzetti comunali è sprovvista di agibilità e, in secondo luogo, c’è anche il problema del terreno di gioco, che deve essere necessariamente il taraflex omologato dalla Lega, con la conseguente necessità di destinare il palazzetto prescelto a società che praticano esclusivamente pallavolo. La cosa che, però, preoccupa di più è che il tempo si riduce. Dal giorno successivo alla nostra promozione ci siamo messi al lavoro per trovare tutte le soluzioni possibili ma, almeno per quello che ci risulta, in altre sedi non è stato nemmeno avviato alcun iter quantomeno per affrontare il problema. Messina, quindi, vanta una squadra di Serie A nella pallavolo e rischia di perdere quest’occasione che manca da oltre 20 anni: una vetrina importante per la città, non solamente dal punto di vista meramente sportivo ma anche sociale, economico, turistico, di promozione del brand Messina. Effettivamente non reputiamo che tutto ciò abbia senso”. 

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La palleggiatrice Margherita Muzi sotto rete (foto Marco Familiari)

La società nel frattempo, cosi come ha sempre fatto mantenendo una linea programmatica di assoluta correttezza e trasparenza, nei giorni scorsi ha formalmente “liberato” il gruppo di ragazze che hanno contribuito alla meravigliosa cavalcata nella stagione appena conclusa, culminata con la promozione in A2. “Una scelta sicuramente difficile – conclude Costantino – ma corretta e necessaria per tutelare le giocatrici, evitando di tenerle bloccate senza avere la certezza di poter effettivamente partecipare al campionato il prossimo anno e, quindi metterle in difficoltà per accasarsi altrove in tempi congrui. Allo stesso modo al momento, sempre per le stesse motivazioni, non abbiamo potuto avviare alcuna trattativa con altre giocatrici, rendendoci il lavoro più complicato ogni giorno che passa”.

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