La stagione 2014-2015 gli ha riservato un doppio boccone amaro, duro da digerire, ma ad Aversa l’ex portiere del Messina Ettore Lagomarsini è riuscito perlomeno a ritrovare continuità, collezionando 18 apparizioni in granata. I campani hanno perso ancora una volta la categoria, vanificando una risalita che sembrava destinata a concludersi positivamente: “Dopo i play-out già da una settimana sono rientrato a casa, a Carrara. Purtroppo c’è poco da aggiungere al risultato del campo. Abbiamo pagato il bottino risicato del girone di andata, appena 9 punti. A gennaio la società ha tesserato quasi venti calciatori nuovi e non era semplice trovare i giusti meccanismi. Ad un certo punto eravamo sprofondati anche a -7 dalla penultima e temevamo la retrocessione diretta. Abbiamo conquistato ben 25 punti nel ritorno, ma non è bastato”.
Agli spareggi non è arrivata la migliore Aversa Normanna: “Siamo stati anche poco aiutati dall’ambiente, che aveva già subito due retrocessioni di fila e non perdonava nulla alla proprietà. Dopo un buon campionato siamo arrivati spompati ai play-out, pagando il 4-1 incassato ad Ischia, mentre con il 3-1 del ritorno abbiamo soltanto sfiorato il miracolo. I gialloblu nell’ultima fase del campionato erano in grande crescita, dopo le difficoltà al giro di boa. Probabilmente erano anche la più in forma tra le ultime cinque della classe. Pensare che in campionato proprio ad Ischia noi avevamo vinto la prima di quattro gare consecutive…”.
A rendere il tutto più amaro la contemporanea retrocessione del Messina: “Ancora non ci credo, è stato veramente incredibile. Appena entrato negli spogliatoi ho saputo che era sceso anche il Messina e sono rimasto lì per un’ora, a ripensare a tutti i sacrifici che avevamo fatto e sono stati vanificati… Quando avevo rivisto i miei vecchi compagni ad Aversa gli ho detto che non mi sarei mai aspettato di vederli così in basso in classifica. I giocatori c’erano, ma sono stati compiuti degli errori ed alcune decisioni dovevano essere prese prima. Però ha pesato tanto anche la sfortuna”.
Anche il Coni ha cambiato le carte in tavola: “Contro il Savoia o anche con la Reggina, ma non da “ripescata”, sarebbe andata diversamente. Il Messina fino a due giorni prima era convinto di trovarsi di fronte un avversario con mille difficoltà ed invece ha incrociato gli amaranto, peraltro trasformati dall’entusiasmo e dalla carica trasmessi da questa decisione”.
È rimasto comunque immutato l’affetto dei tifosi per Lagomarsini: “Sono profondamente legato a Messina e non a caso nella mia pagina Facebook ho sempre mantenuto le foto sui miei due anni in giallorosso, caratterizzati da tante vittorie. Nell’ultimo mese poi non ho scritto più nulla perché capisco che il momento è davvero delicato. Ho preferito aspettare, rimanere in silenzio, per rispetto di chi dopo due anni così belli è di nuovo al punto di partenza. Quella in Sicilia era la mia prima vera esperienza nel mondo del calcio. Qualunque cosa dovesse succedere non cancellerà mai i rapporti che si sono instaurati con tanta gente, che sento ancora. Molti poi mi seguivano anche ad Aversa per sapere cosa facessimo”.
Il futuro ovviamente è un’incognita anche perché il contratto pluriennale con il Messina non è più valido: “Con la retrocessione dai professionisti ai Dilettanti mi sono automaticamente svincolato. Adesso decideremo il da farsi con il mio procuratore anche se ancora è presto e tutto approssimativo. Il mercato apre a luglio”.
Un eventuale ritorno in riva allo Stretto sarà vincolato anche alle scelte della proprietà: “Bisogna capire cosa vorrà fare Lo Monaco. L’anno scorso annunciò l’addio ma dopo due campionati vinti voleva solo stuzzicare la gente. Adesso è diverso: i propositi di addio potrebbero essere più concreti anche se conoscendolo non c’è mai limite alla Provvidenza. Se non trovasse acquirenti non penso che lascerebbe davvero. Non sappiamo neppure cosa accadrà sul calcioscommesse. Se l’ACR presenterà domanda di ripescaggio sarà in pole per il suo blasone, ma potrebbe addirittura essere riammesso”.
La separazione forzata dello scorso gennaio una ferita ancora aperta: “È una pagina che nel calcio ci può stare. L’ho affrontata bene. Ci stava che a gennaio partissi, avevamo incassato uno 0-5 in un tempo per due volte di fila con qualche errore mio, era giusto farmi riposare. Peccato perché dopo un’annata molto positiva, alla prima difficoltà ad inizio campionato sono stato accantonato. Ci sono rimasto male ma poi ho reagito e mi sono allenato bene, dando il massimo anche in Coppa Italia a Salerno. Per la prima volta in carriera partivo da dodicesimo, non potevo aspettare oltre e ho preferito d’accordo con la società di andare in prestito in una squadra in cui giocare con continuità. Tolta la lotteria dei play-out, quella di Aversa è stata un’esperienza positiva”.
Lagomarsini, che in giallorosso ha collezionato 66 presenze, è in contatto con tanti vecchi compagni: “Ho rivisto Iuliano a Salerno e sento spesso Corona. Sono in contatto anche con Damonte, Stefani e Cane. Con De Bode ci sentiamo quotidianamente: è contento perché a Monza ha collezionato 14 apparizioni, ottenendo la salvezza e ritrovando continuità. Sono rimasto legato anche a Ferreira, che è sotto contratto con l’Entella ma cercherà di tornare in B dopo un’annata in cui ha giocato 35 gare, firmando 2 gol”.