Pubblichiamo integralmente la lettera aperta dell’ormai ex tecnico del Messina Giacomo Modica, che abbiamo ricevuto in redazione nella mattinata di giovedì, in cui spiega in maniera articolata tutti i passaggi che hanno portato alla sua decisione di dire addio ai giallorossi.
“Dispiace doversi salutare così con una lettera aperta. Sono tornato più volte in città, sobbarcandomi quattro viaggi da Mazara, a conferma della mia voglia di rinnovare. Per attendere Sciotto ho perso l’opportunità di firmare in C con il Teramo, che aveva posto come termine ultimo per l’accordo la data del 2 giugno. Il presidente Campitelli era stato molto insistente e mi aveva chiamato anche nel giorno del mio compleanno. Ho detto già un mese fa, dopo il primo incontro post-campionato, che i presupposti per rimanere erano l’eventuale ripescaggio in serie C e la riconferma dello zoccolo duro di questa meravigliosa squadra che ho avuto il privilegio di allenare. Avevo chiesto rassicurazioni sulla disponibilità di campi di allenamento, la strutturazione societaria e l’organico. L’aspetto economico veniva solo dopo”.
“A mio avviso la proprietà – prosegue Modica – ha provato a trattenermi solo perché tifoseria e stampa consideravano fondamentale una mia riconferma. Lo dimostra quanto rivelato dall’ex capo scouting Massimiliano Riccetti, che il 7 aprile scorso era stato incaricato di individuare dirigenti e uno staff tecnico differenti. A più di trenta giorni dalla fine del campionato non ci sono risultati tangibili: non è stato confermato alcun giocatore, non c’è un direttore sportivo, nonostante fosse stato fatto qualche colloquio con i potenziali successori di Francesco Lamazza e dunque appariva chiaro che eravamo di fronte solo ed esclusivamente ad instabilità umorali e di poca affidabilità. Non si è lavorato neppure in ottica ritiro. Se il presidente vuole attendere l’1 luglio per formalizzare i primi accordi, posso dire fin d’ora che a mio avviso sarà troppo tardi. Non volevo sciupare sette mesi di lavoro, anche perché a Messina dopo un sesto posto eravamo obbligati a vincere. Se è evidente che Rosafio ha importanti offerte dalla C, ritengo invece alla portata la possibilità di bloccare elementi come Bruno, Migliorini, Ragosta e Lavrendi, solo per citare i principali”.
“Dopo un mese non ci sono state offerte decisive, forse perché ci sono anche stipendi arretrati ancora da onorare. Con il senno di poi ammetto che è stato probabilmente un errore sedersi in conferenza stampa accanto a lui. In quella sede a mio avviso è stato sbagliato diffondere le cifre degli ingaggi dei tesserati, che devono restare invece riservati. Tengo peraltro a precisare che Sciotto la sera prima a Giammoro mi aveva detto che non poteva confermare nessuno, successivamente, uscendo dai suoi uffici, ho ritenuto opportuno prendermi una pausa di riflessione in seguito alla quale ho maturato l’idea di non proseguire questa avventura, manifestandolo direttamente al presidente nella stessa serata. La mattina successiva parlando con il figlio (Paolo) per definire l’orario della mia conferenza stampa nella quale annunciavo le mie intenzioni, mi veniva riferito dal medesimo che la volontà del padre era cambiata e che quindi avrebbe esaudito le mie richieste per quanto riguardava le riconferme degli over. Contestualmente, dalla viva voce del presidente, ho avuto conferma di tutto ciò. A questo punto abbiamo concordato l’orario della conferenza stampa dove mi sarei aspettato le conferme di quanto promessomi via telefono, senza necessariamente svelare le modalità della trattativa con i calciatori da me richiesti, che avrebbe sancito la riconferma del mio contratto”.
“Con mio grande dispiacere, purtroppo, penso di essere giunto, dopo aver atteso altri 4 giorni all’epilogo di quella che per me, per il mio staff, per la squadra è stata una bella favola calcistica…non avrei mai consentito al presidente Sciotto di delegittimarmi senza tutte le mie verità.. Messina merita di rimisurarsi con il grande calcio, di mettere su un gruppo societario forte come in passato non solo economicamente ma soprattutto nei valori umani forse troppo spesso dimenticati nel corso della stagione… Quando mi sono reso conto che non c’era piu condivisione nei programmi, armonia e collaborazione ho deciso di fare questo passo indietro perché avrei mancato di rispetto a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’ACR Messina… Voglio inoltre ringraziare voi addetti ai lavori, giornalisti, mass media che mi avete seguito e sopportato in questo percorso. Penso di aver instaurato con tutti voi un rapporto serio, professionale, trasparente e con taluni anche umano e di amicizia. Un ringraziamento particolare vorrei rivolgerlo ai meravigliosi tifosi della Curva Sud che ci hanno incitato con grande passione sia nelle gare interne che in quelle esterne, li porterò sempre nel mio cuore. Grazie Messina per le stupende sensazioni che mi hai regalato, credo che sia stata una bella favola calcistica e per questo rimarrò grato per sempre a tutti i messinesi che mi avevano apprezzato dapprima come giovane calciatore ed adesso per aver provato a fare qualcosa di utile ed importante come allenatore a difesa di questi gloriosi colori sociali”.
L’ultima parte della missiva è dedicata proprio a chi gli è stato più vicino. “Un grazie va a Domenico Previti, mio collaboratore e consigliere personale, mai distratto e sempre attento ai particolari a cui un tecnico tiene tanto… per ultimi ci tengo a salutare Franco Calatozzo e tutta la sua famiglia, Piero Russo, Giovanni Camuglia, Gaetano Polimeno, Franco D’Angelo ed Antonio Grillo, persone meravigliose che sono sempre rimaste vicino a me ed alla squadra anche quando le cose non andavano per come sarebbero dovute andare. Persone splendide alle quali auguro tutto il bene che si meritano. Rimarrete tutti nel mio cuore. Un grande abbraccio. Giacomo Modica“