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Messina

L’Acr sui Daspo: “Striscione brutto e inopportuno. Certi della moralità di Parisi”

L’Acr Messina è intervenuto sulla vicenda relativa allo striscione offensivo rivolto al giornalista Marco Capuano, che ha portato all’emissione di sei Daspo da un anno.

“Quello striscione era proprio brutto da vedere, sgraziato, inopportuno. E non rende onore in primis ad una tifoseria meravigliosa come la nostra – si legge in una nota stampa diramata dal club –. Detto ciò, non ci sentiamo certo responsabili dell’accaduto, se non per il mancato controllo che la società è tenuta ad osservare insieme alle forze dell’ordine. Staremo più attenti e, se può servire, di questo ci scusiamo”.

Curva Sud
Una visione d’insieme della Curva Sud (foto Paolo Furrer)

“Ma quello striscione non ci appartiene, non ha a che fare con noi, con il nostro modo di esprimerci e di ragionare – aggiunge l’Acr –. Noi abbiamo i nostri modi e i nostri canali per esprimere le nostre opinioni. È per questi motivi che non ci siamo sentiti in dovere di intervenire pubblicamente, perché noi con quello striscione non abbiamo nulla a che fare e non dobbiamo rendere conto di azioni che non ci appartengono minimamente. Qualcuno avrebbe preferito una nota intrisa di retorica ed ipocrisia? Ci dispiace, non fa per noi”.

L’Acr è intervenuto anche in merito all’emissione dei Daspo. “Sei persone sanzionate, quasi “a campione”, su diverse decine che tenevano “in piedi” quello striscione (bruttissimo, ribadiamo per chiarezza), che probabilmente non conoscevano neppure il contenuto di quello striscione. Tra questi c’è il nostro club manager Pierluigi Parisi. Che ha delle colpe, indubbiamente. Magari avrebbe dovuto seguire la gara dalla tribuna, come ogni altro dirigente. Certamente avrebbe dovuto verificare il contenuto dello striscione, fare più attenzione, visto anche il ruolo pubblico che ricopre.

Pierluigi Parisi
Il consigliere comunale Pierluigi Parisi (foto MessinaOra)

Ma di una cosa siamo assolutamente sicuri, della moralità di Pierluigi Parisi – rivendica l’Acr –. Conosciamo il suo animo, la sua indole, i suoi principi, sappiamo quanto sia lontano dalla violenza fisica e verbale, dalla maleducazione, dalla brutalità. Siamo straconvinti della sua estraneità ai fatti, della sua inconsapevolezza relativamente al contenuto di quello striscione. E attendiamo che la giustizia faccia il suo corso, certi che sarà provata la sua innocenza. Non prendiamo le distanze da una persona con cui condividiamo i valori sani dello sport”.

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