Calcio

Lacava (Figc): “Eccellenza forse in campo a fine gennaio. Guardiamo al futuro”

“Innanzitutto speriamo che con l’inizio delle vaccinazioni si possa ritornare, seppur a piccoli passi, a una vita normale e serena”. È la premessa, doverosa, del presidente provinciale della Figc di Messina Leonardo Lacava. A fine anno si stilano sempre i bilanci, ma mai come questa volta tocca fare un’eccezione, perché più che al passato occorre guardare ad un futuro che per il calcio dilettantistico si presenta davvero incerto.

Un undici titolare dell’Igea, protagonista in Eccellenza (foto Ciccio Saya)

La pandemia tuttora in corso lascerà delle ferite profonde in un sistema che già navigava in mezzo a molte difficoltà, perché se la Serie A e la cadetteria nonostante tutto possono contare sugli opulenti contratti televisivi, così non è per chi fa calcio spinto dalla passione e grazie agli aiuti di qualche sponsor locale.

Quest’ultimo scenario è ben noto a Lacava, ma il primo obiettivo deve essere la ripresa delle categorie dall’Eccellenza in giù, ferme da fine ottobre. Naturalmente la Federazione non può decidere arbitrariamente, servono delle direttive da parte del Ministero dello Sport, ma per Lacava la fine di gennaio potrebbe essere il momento giusto per far riprendere i campionati da dove si erano fermati: “Il Dpcm del Governo scade il 15 gennaio. Salvo clamorose novità, di cui al momento non abbiamo notizia, dopo quella data si potranno riprendere gli allenamenti e dopo almeno quindici giorni di preparazione si potrà tornare in campo il 30 gennaio. Noi non possiamo decidere autonomamente, dobbiamo attenerci a quelle che sono le disposizioni del governo nazionale, che ci deve fornire i protocolli necessari affinché si possa riprendere a giocare in modo continuativo, ma senza mettere a rischio la salute degli atleti e dei componenti dei vari staff tecnici. In tal caso saremo pronti a far continuare i campionati fino a giugno o anche fino alla prima metà di luglio, ma è ancora prematuro parlare di tutto questo”.

Leonardo Lacava consegna il premio alla carriera a Gianni Anna

Se dall’Eccellenza in giù i campionati sono fermi ormai da mesi, la serie D ha ripreso a giocare già da qualche settimana e Lacava spiega anche il perché: “E’ vero che la Serie D non è considerata un campionato professionistico, ma è pur sempre un campionato di portata nazionale e non provinciale o regionale. Per tanto è stato equiparato al calcio a 5, anche sotto l’aspetto dei protocolli, almeno da un punto di vista strettamente burocratico. Per questo motivo la quarta serie sta viaggiando su un binario diverso rispetto alle categorie inferiori. Se i protocolli tuttora vigenti basteranno per portare a termine i campionati non è dato saperlo, mai come in questo momento del domani non vi è certezza. Anche in questo caso noi siamo degli esecutori: se c’è stata la possibilità di poter riprendere evidentemente ci sono state anche le condizioni necessarie”.

Il “Franco Scoglio” ha accolto il pubblico, anche se distanziato, in Curva Sud a ottobre

Ad aggiungere ulteriore incertezza c’è anche il clima da campagna elettorale che accompagnerà le prossime settimane della Federazione, ma intanto il presidente Gabriele Gravina ha parlato di un possibile ritorno dei tifosi negli stadi più volte invocato dalle società dilettantistiche: “Se ha parlato del mese di febbraio come periodo utile in cui i tifosi, seppur parzialmente, potrebbero tornare sugli spalti evidentemente lo ha fatto a seguito di alcune informazioni ricevute dal Governo. Fondamentale sarà rivedere la presenza di qualche tifoso sugli spalti degli stadi di serie A e B, non per un discorso legato all’importanza dei campionati, ma perché se ciò avverrà a cascata si riapriranno i cancelli di tutti i campi da gioco. Capisco e comprendo il grido di dolore lanciato dai presidenti delle società di Eccellenza e Promozione: per loro la riapertura al pubblico rappresenterebbe una boccata d’ossigeno. Stiamo parlando di realtà dove si fa calcio soltanto grazie agli aiuti di qualche sponsor e agli introiti dei botteghini, almeno da parte di chi ha la fortuna di avere un campo con le tribune. Credo che la Federazione abbia teso una mano a queste società: abbiamo partecipato alle spese per i tamponi e per la messa in sicurezza degli ambienti sportivi. Siamo consapevoli dei tanti sacrifici che vengono sostenuti per partecipare a un campionato e concludere la stagione”.

Antonio Macauda

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