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La Santini, che veste Nibali, converte la produzione: da tute a mascherine

Un regalo dentro l’uovo di Pasqua, uno dei beni più preziosi del momento: mascherine antivirus. L’idea è stata del maglificio Santini, che ha sede a Lallio, a un passo da Bergamo, e da sempre veste il ciclismo. I dirigenti dell’azienda orobica hanno riconvertito la produzione per realizzare al più presto le mascherine che mettono al riparo dal contagio e che, in questi giorni di grande emergenza, sono diventate rare quanto preziose. Fra i primi ad apprezzare l’iniziativa, Vincenzo Nibali, che si trova nella propria dimora a Lugano, in Svizzera.

Proprio lui che è un esponente di spicco di una disciplina che è soprattutto sofferenza. “L’iniziativa della Santini è davvero encomiabile – le parole all’Ansa del vincitore di Giro, Tour e Vuelta, che da quest’anno corre per la Trek-Segafredo, una delle squadre griffate Santini –. L’iniziativa rappresenta al meglio lo spirito dell’azienda. Non posso che fare a Monica e Paola Santini i miei complimenti per l’idea fantastica e per il coraggio in un momento così difficile. Sono un bellissimo esempio dell’Italia che lotta e reagisce in questi giorni di grande tormento per tutti noi”.

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Il Cavaliere Rosino Santini, fondatore dell’azienda, con le figlie Monica e Paola (foto Gazzetta dello Sport)

Deluso dall’annullamento del Giro d’Italia e dal rinvio delle Olimpiadi, Nibali ha ribadito che lo slittamento di un anno dei Giochi non cambia le sue aspirazioni: “Fin da ora posso affermare che programmerò la preparazione per arrivare prontissimo all’appuntamento. Il Cio ha fatto la scelta giusta. In questo momento il mondo deve concentrare tutti gli sforzi per combattere l’emergenza. Lo sport può aspettare”.

La mascherina prodotta dalla Santini è monouso e può essere indossata per otto ore consecutive. Ci sono nove strati di tessuto, che servono a superare i test di capacità filtrante, pressione biologica, resistenza all’acqua e agli schizzi. Due turni di lavoro con circa quaranta persone, i due/terzi della forza lavoro dell’azienda. La produzione ipotizzata è di circa 50-60mila pezzi al giorno.

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La mascherina Santini, certificata dal Politecnico di Milano (foto Gazzetta dello Sport)

Lavorazione complessa, nonostante l’apparente semplicità del prodotto: tessuto dell’azienda Radici, membrana di Plastik, Santini taglia, cuce e confeziona, e poi le mascherine vanno in un’altra azienda per essere sanificate e sterilizzate con irraggiamento a elettroni accelerati: soltanto questa parte richiede da due a tre giorni. Quindi la distribuzione. Il prototipo ha superato tutti i test e ottenuto l’ok del Politecnico di Milano e attende quello dell’Istituto superiore di Sanità. Martedì 14 aprile, subito dopo Pasqua, inizierà la distribuzione delle mascherine.

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