Il fatidico 30 giugno, indicato come data conclusiva dell’attuale gestione societaria, è arrivato. Ma le questioni dirigenziali e soprattutto gli aspetti inerenti al calcio giocato, scomparsi dalle cronache cittadine ormai da un mese, hanno lasciato spazio a quelle giudiziarie. Il presidente dell’ACR Messina Pietro Lo Monaco, l’amministratore delegato Alessandro Failla ed il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno sono stati raggiunti infatti da un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta denominata “I treni del gol”, che vede coinvolto principalmente il Catania di Antonino Pulvirenti.
Nella giornata di lunedì i tre dirigenti peloritani hanno fatto il punto sulla loro posizione nello studio del legale Franco Passanisi. L’avvocato catanese è un esperto di diritto sportivo e non a caso la scorsa settimana è stato impegnato anche a Parma, dove assiste uno dei dirigenti indagati nell’ambito del procedimento penale per la bancarotta del Parma Football Club, dichiarato ufficialmente fallito lo scorso 22 giugno. Il calcio nella città emiliana ripartirà dalla serie D (o forse addirittura dalla Lega Pro) con una nuova compagine dirigenziale ed il neonato Parma 1913 ma la magistratura proverà ad accertare le responsabilità che hanno portato in fondo al baratro il club gestito da Leonardi e Ghirardi.
Il già citato Pulvirenti, il dirigente argentino Pablo Cosentino, l’agente di scommesse Gianluca Impellizzeri e gli altri uomini chiave dell’inchiesta catanese sono già stati interrogati. Per scongiurare infatti l’immediata scarcerazione è prassi che i soggetti destinatari di un’ordinanza custodia cautelare vengano ascoltati entro cinque giorni dall’arresto. Diversa invece la posizione di Lo Monaco, Failla e Ferrigno. Tutt’altro che scontata la loro audizione, almeno in tempi brevi, dal momento che chi è raggiunto soltanto da avviso di garanzia solitamente non viene neppure convocato in prima battuta. Se ne saprà qualcosa in più nei prossimi giorni.
In casa ACR c’è cauto ottimismo anche perché le intercettazioni che chiamano in causa i vertici societari del club peloritano non sarebbero particolarmente compromettenti. Tutt’altra storia rispetto al Catania, per il quale gli elementi a carico erano davvero consistenti, tanto che Pulvirenti ha subito ammesso, almeno parzialmente, di essere stato protagonista di condotte che avranno conseguenze anche sul profilo sportivo.
In giornata infatti la Procura di Catania ha trasmesso a Roma gli incartamenti relativi all’inchiesta al Procuratore Federale Stefano Palazzi, che aprirà un procedimento a carico degli etnei e potrebbe in seguito disporre ulteriori accertamenti sul Messina. In realtà Palazzi aveva già ascoltato Lo Monaco, capitan Corona ed altri tesserati, anche dell’Ischia, in merito alla presunta combine con il club campano. Ma prima dell’inchiesta di Catania non vi erano stati ulteriori sviluppi, nonostante le denunce di Federbet ed un esposto presso la Procura di Busto Arsizio.