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La Miss Italia Giulia Arena festeggia l’8 marzo sfilando con le detenute di Rebibbia

Giulia Arena a Rebibbia (scatto di www.missitalia.it)
Giulia Arena a Rebibbia (scatto di www.missitalia.it)

Emozione, gioia, bellezza ed anche femminilità”: così è stata sintetizzata da una delle detenute nel carcere femminile romano di Rebibbia, Allegra, la mattinata del 6 marzo dedicata alla moda, un modo nuovo di celebrare l’imminente festa della donna di giorno 8. Cinque ‘stiliste’, sei ‘modelle’ hanno sfilato insieme a Miss Italia Giulia Arena su una pedana a fianco del Laboratorio Sartoria dove le stesse detenute hanno realizzato gli abiti. Un evento straordinario che ha lasciato molti con il fiato sospeso e che ha fatto scattare da parte del “pubblico”, che era formato dalle altre detenute, prima gli applausi, poi un tifo da stadio con il nome delle ragazze in passerella scandito in modo commovente. “Pensavo di trovare molta rassegnazione – ha detto Miss Italia – ho riscontrato invece una grande voglia di vivere”.

Erano presenti, con la direttrice del carcere Ida del Grosso e la patron Patrizia Mirigliani, la professoressa Maria Fedele Grasso, moglie del presidente del Senato, la senatrice Silvana Amati e i promotori dell’iniziativa, l’Associazione “Gruppo Idee” e la stilista Sabrina Minucci. Giulia Arena ha sfoggiato un vestito confezionato in tre giorni dalle ragazze nella Sartoria solo in base alle misure della Miss, che non avevano mai visto. E, secondo Elsa Martinelli, “la madre di tutte le modelle”, che era in prima fila, il lavoro è stato splendido. “Ho visto quattro sfilate di moda negli ultimi giorni e posso dire che il Laboratorio di Rebibbia Femminile può fare senz’altro concorrenza ad alcune Case di moda di grande nome”: questo il parere di Elsa, sommersa da applausi. Le detenute hanno poi donato a Giulia l’abito con il quale ha sfilato. Patrizia Mirigliani ha deciso di metterlo all’asta on-line e il ricavato premierà l’impegno e l’estro di chi l’ha confezionato. È un abito da sera, lungo, con uno strascico e qualche trasparenza nella parte anteriore, specie sulle spalle. I colori sono rosa, marrone e nero. Una delle sei modelle, Pamela, di Frosinone, ha colpito per l’eleganza e il portamento ed è stata eletta “Miss 8 marzo”. “Amo la moda – ha detto felice – ma non ho mai avuto occasione di fare questo lavoro. Oggi è tutto un sogno”. Ammirate, come Pamela, anche Daniela, Samanta e le altre. “Vorrei – ha detto Patrizia Mirigliani – che questo luogo non fosse un luogo di punizione ma di speranza. Una speranza certamente diversa da quelle delle ragazze di Miss Italia, ma tutto porta ad una trasformazione. Anch’io, con le mie ultime esperienze, ho subito un cambiamento interiore, ma non è detto che ciò che è doloroso apra aspetti solo negativi. Sono felice di vedere oggi, ancora una volta, il mondo di Miss Italia vicino a mondi di donne che sembrano diversi ma che sono fatti di forza e coraggio”. A tutte le donne di Rebibbia, i detenuti di Sulmona hanno inviato piccole borse prodotte nel carcere insieme ad una “poesia dedicata alle donne” (“un dono da parte nostra per aiutarci a pensare che le nubi siano già più in là”).

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