Botta e risposta tra la Lnd, rappresentata dal presidente Cosimo Sibilia, che è anche deputato di Forza Italia, e il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, dopo l’approvazione della riforma dello sport da parte del Consiglio dei Ministri.
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La Lega, che rappresenta 12mila società dilettantistiche, contesta le norme sul vincolo sportivo presenti nei decreti attuativi: “Rappresentano una grave minaccia per l’esistenza delle scuole calcio e dell’attività giovanile. Come si può pensare, in questo particolare momento storico, di mettere sulle spalle delle Asd anche il fardello dei rapporti di lavoro, dimenticando completamente i sacrifici e gli oneri già pesantissimi che gravano su queste realtà?”.
Secondo Sibilia, il decreto legislativo sul lavoro sportivo “assesterà un duro colpo alle Asd e Ssd che dovranno considerare i loro atleti dilettanti come lavoratori iscritti alla Gestione Separata Inps, con aggravio di costi e incombenze di versamenti e registrazione, fermo restando che quei contributi non arriveranno mai ai destinatari in quanto la vita sportiva di un atleta si esaurisce nell’arco di pochi anni e la loro concorrenza ad una futura ipotetica pensione consterebbe di poche decine di euro”.
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Immediata la replica dell’esponente del Governo Conte: “Non bisogna fare terrorismo psicologico, sul fatto che proprio in questo momento di emergenza sanitaria Asd e Ssd non possano essere in grado di sostenere il costo di questa riforma”.
In una videoconferenza stampa, il ministro per lo Sport e le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora, ha precisato che “è stato già istituito un fondo di 100 milioni per il 2021 e il 2022 per garantire un esonero contributivo ed è mia intenzione poter trovare risorse anche per arrivare al 2023”. Su questo tema “la riforma entrerà in vigore nell’anno sportivo dell’1 settembre – ha concluso – proprio perché volevamo andare incontro a un settore che è in difficoltà e non bisognava mettere sotto pressione tutti gli organismi sportivi”.