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La Grissin Bon Reggio Emilia e una scelta decisiva: quale futuro per coach Menetti?

L’attuale quarto posto in classifica, con due sole lunghezze da recuperare su Venezia e Sassari, rappresenta il miglior risultato di sempre per la Pallacanestro Reggiana, che a sette giornate dal termine della regular season è ormai certa di partecipare ai playoff per il terzo anno consecutivo, fissando così un nuovo record nella sua storia lunga ormai 40 anni.
La costante tra la squadra che nel 2012 (non un’era geologica fa..) veniva promossa in serie A e quella che nelle ultime tre stagioni ha costantemente migliorato il proprio rendimento si chiama Max Menetti: friulano di nascita ma reggiano doc, da quando è al timone della squadra il coach ha sempre ottenuto grandi risultati: promozione nel 2012, conquista dell’Eurochallenge nel 2014, Premio Reverberi quale migliore allenatore nella stagione 2013-2014, partecipazione alla Final Eight per tre anni consecutivi (con due semifinali) e terza partecipazione di fila ai playoff ormai a portata di mano.
Il contratto di Menetti scadrà alla fine del mese di giugno e a Reggio Emilia si parla tanto dell’opportunità (qualcuno parla di necessità) di rinnovarlo il prima possibile. La palla è nel campo di Stefano Landi, patron del club emiliano, che ha fatto conoscere il suo pensiero in molteplici circostanze: “Max Menetti allena la Pallacanestro Reggiana non perché è reggiano, ma perché è bravo”. Basterà la considerazione del proprietario per prolungare il sodalizio con Menetti? Se sarà così, quando arriverà la firma del contratto? Più in generale, quando verrà adottata una decisione in proposito?
PERCHÉ SÌ – Se la carriera di un allenatore deve essere giudicata dai risultati, bene farà Landi a porgere contratto e penna a Menetti nel più breve tempo possibile. Come anticipato, l’ascesa di Reggio Emilia sotto la guida del suo attuale coach è stata costante, per certi versi anche imprevedibile, ed è chiaro che la Grissin Bon è una delle squadre più forti nel panorama italiano.
I passi che la società emiliana deve compiere per poter restare al vertice sono tanti, il cammino è ancora lungo, specialmente se Reggio Emilia vorrà affiancare una dimensione europea a quella già affermata in Italia. A tal proposito, però, non va dimenticato che Menetti è stato uno degli artefici della conquista dell’Eurochallenge, un traguardo fondamentale che di solito viene sminuito solo da chi non riesce a conquistarlo. Quanti sono gli allenatori italiani che sono stati capaci di alzare al cielo una coppa europea?

Menetti
Un primo piano di Max Menetti (Reggio Emilia)

Oltre a questo, Menetti conosce la realtà reggiana come pochi altri: l’ambiente, gli umori di un pubblico sempre esigente, le strutture del territorio. Inoltre, è diretto, schietto ed è conosciuto come ottimo motivatore, riuscendo a instaurare con i propri giocatori un rapporto che va al di là dell’ambito professionale.
Per quel che riguarda il gioco, infine, parlano i risultati, quelli di questa stagione in particolare: 16 vittorie in 23 partite (lo scorso anno erano state 15 al termine della regular season), 6 vittorie su 12 in trasferta (nella stagione 2013-2014 la Grissin Bon era stata capace di vincere solo due volte lontano da casa) e quarto posto in tasca nonostante una marea di intoppi e infortuni.
PERCHÉ NO – Uno dei pensieri più comuni nello sport è che un allenatore che resti per tanti anni nella stessa posizione rischi di accentrare l’attenzione su di sé più di quanto sia necessario, diventando un punto di riferimento insostituibile. Altri, invece, sono convinti che un allenatore che mantenga il timone per troppo tempo rischi di perdere stimoli, quelli che necessariamente dà l’inizio di una nuova avventura professionale.
Al tempo stesso, l’essere reggiano e conoscere così bene la realtà del luogo dove lavora per Menetti rischia a volte di trasformarsi in un boomerang, proprio perché alla fine il tecnico biancorosso conosce tutti e molti si permettono di andare oltre le righe nel giudicare il suo operato. Nulla che travalichi la critica sportiva, intendiamoci, ma comunque non è inusuale sentire commenti che partono dal presupposto del “lo conosciamo bene”, “lo abbiamo visto crescere”, “sappiamo tutti come è fatto”.
Sullo sfondo, la società potrebbe essere tentata dal provare ad affidarsi a un nuovo tecnico che abbia maggiore esperienza a livello europeo: è vero che pochi allenatori sono stati capaci di vincere un trofeo continentale, ma è anche vero che sul mercato ce ne sono tanti che hanno allenato un numero maggiore di gare europee, che hanno una dinamica diversa rispetto al campionato.

Reggio Emilia
Time out di Max Menetti

Infine, il club emiliano ha fissato a caratteri cubitali il traguardo che la squadra dovrà raggiungere quest’anno: la semifinale scudetto, senza se e senza ma. Mancato il traguardo delle Last 32 di Eurocup (in verità sarebbe stato un miracolo con la situazione infortunati di quel momento), fallito l’approdo nella finalissima di Coppa Italia (in questo caso più per meriti di Sassari che per demeriti di Reggio), per salvare la stagione molti chiedono che venga perlomeno centrata la semifinale nei playoff, traguardo che la Pallacanestro Reggiana ha raggiunto una sola volta nella sua storia nel lontano 1998.
Saranno i risultati a decidere il futuro di Max Menetti o la scelta della società arriverà a prescindere dal piazzamento finale della stagione in corsa? Quando verrà adottata (e comunicata) una scelta definitiva in proposito da parte del patron Landi? L’eventuale rinnovo del contratto di Menetti porterebbe benefici nel finale di stagione? Oppure lasciare il tecnico ‘sulla corda’ viene considerata una strada per farlo rendere ancora meglio? I quesiti che attendono una risposta sono tanti e variegati e ognuno di questi ha i suoi pro e i suoi contro. L’unica certezza è che valutarli attentamente è il primo passo per programmare un futuro che sia davvero vincente.

Articolo di Sportxpress.it

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