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La Digos: “I vertici del Messina si adoperarono per il 2 nei primi 45′ e l’X finale”

Gli inquirenti hanno svelato ulteriori dettagli sull’operazione “I treni del gol”, che vede coinvolto anche l’ACR Messina oltre ai vertici del Catania. Lo Monaco, Ferrigno e Failla avrebbero concordato “il risultato prestabilito del vantaggio temporaneo dell’Ischia nel primo tempo e del pareggio quale esito finale”. Consistente il profitto ricavabile: “le agenzie quotavano infatti l’incontro con quello specifico risultato parziale/finale fino anche a 19 volte la posta”. Riportiamo di seguito integralmente il comunicato stampa diramato dalla Questura di Catania:

Ferrigno e Lo Monaco
Il ds Fabrizio Ferrigno sugli spalti del San Filippo insieme al patron Pietro Lo Monaco

“Nella notte di ieri la D.I.G.O.S. di Catania, su ordine della locale Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito dell’operazione denominata “I Treni del Gol”, ha eseguito n. 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di Pulvirenti Antonino (Presidente del ‘Calcio Catania’), Cosentino Pablo Gustavo (Amministratore Delegato del ‘Calcio Catania’), Delli Carri Daniele (ex Direttore Sportivo del ‘Calcio Catania’), Impellizzeri Giovanni Luca (Agente di scommesse sportive on-line), Di Luzio Piero (tesserato del ‘Genoa Club’), Milozzi Fabrizio (pregiudicato), Arbotti Fernando Antonio alias Michele (Procuratore Sportivo e Agente F.I.F.A.), tutti indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva nonché per vari relativi episodi di frode in competizioni sportive aggravata dall’essere le stesse influenti ai fini dello svolgimento di concorsi pronostici e scommesse regolarmente esercitati.

Gianluca Impellizzeri
Una delle intercettazioni che inchiodano Impellizzeri, trovato peraltro in possesso di 100.000 € in contanti

Nelle fase esecutiva degli arresti, la D.I.G.O.S. di Catania ha effettuato altresì nei confronti dei predetti contestuale perquisizione domiciliare e locale che ha avuto esito positivo con il conseguente sequestro di quanto rinvenuto. L’Impellizzeri è stato trovato infatti in possesso nella propria abitazione di svariate somme di denaro contante, di cui la maggior parte occultate in diversi punti del controsoffitto, per un totale complessivo di oltre € 100.000,00, nonché, presso l’ufficio, di un localizzatore di microspie a radio frequenza. Il Di Luzio è stato trovato invece in possesso nella propria dimora di Roma di documenti ed appunti, ora al vaglio degli investigatori, di sicuro rilevo penale in quanto contenenti dei riferimenti al Catania Calcio ed alle somme di denaro versate. Sono state inoltre già notificate le informazioni di garanzia in cui si dà atto che sono indagati in stato di libertà i seguenti giocatori: 1) Fiamozzi Riccardo, nato a Trento il 18.05.1993, calciatore del Varese; 2) Pagliarulo Luca, nato a Foggia il 06.09.1983, calciatore del Trapani; 3) Daì Antonino, nato a Salemi (TP) l’08.02.1984, calciatore del Trapani; 4) Terlizzi Christian, nato a Roma il 22.11.1979, calciatore del Trapani; 5) Bruscagin Matteo, nato a Milano il 03.08.1989, calciatore del Latina; 6) Bernardini Alessandro, nato a Domodossola il 21.01.1987, calciatore del Livorno.

Impellizzeri
Impellizzeri si sarebbe occupato anche delle scommesse relative a Messina-Ischia: la combinazione “2-X” avrebbe fruttato consistenti profitti

Sono in corso di notifica ulteriori analoghi provvedimenti a carico di altri calciatori di ‘Serie B’. A ciò si aggiunge che l’attività investigativa della D.I.G.O.S. ha svelato anche un incontro di calcio di ‘Lega Pro’ (girone C) oggetto di alterazione: Messina-Ischia Isola Verde del 18.04.2015 terminata con il risultato di 1-1. In tale occasione, i vertici della società peloritana, costituiti dal patron Pietro Lo Monaco (ex amministratore delegato del Catania), dall’amministratore delegato Alessandro Failla e dal direttore sportivo Fabrizio Ferrigno, si sarebbero adoperati affinché la citata partita terminasse con il risultato prestabilito del vantaggio temporaneo dell’Ischia nel primo tempo e del pareggio quale esito finale. La motivazione della frode sarebbe legata al consistente profitto ricavabile da tale tipologia di scommessa della quale si sarebbe occupato anche in questo caso l’Impellizzeri. Le varie agenzie quotavano infatti l’incontro con quello specifico risultato parziale/finale, poi concretizzatosi effettivamente in quegli esatti termini, fino anche a 19 volte la posta. I suddetti risultano pertanto anch’essi indagati per il reato in concorso di frode in competizione sportiva aggravata dall’essere la stessa influente ai fini dello svolgimento di concorsi pronostici e scommesse regolarmente esercitati”.

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