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Messina

La Curva Sud chiede al Messina di non arrendersi. La cordata Usa studia le carte

Sul campo è maturata una sconfitta dolorosa, nella sfida più attesa, il derby con il Catania. Un ko che riduce ulteriormente le chances di salvezza del Messina, distante adesso nove punti dalla Casertana e quindi virtualmente retrocesso in serie D senza play-out se il campionato finisse oggi. C’è da evidenziare peraltro che i campani devono ancora disputare sei gare a fronte delle cinque dei peloritani.

Acr Messina
La mascotte Lillo cerca di consolare il team manager Paolucci (foto Paolo Furrer)

Si teme infine un deferimento legato alle attenzioni della “Coaps”, la Commissione istituita dalla Covisoc, che monitora acquisizioni e partecipazioni societarie. Insomma, il quadro è delicato, volendo utilizzare un eufemismo. Pesano le zero reti realizzate e il solo punto raccolto contro il Picerno nelle ultime quattro gare casalinghe. Costantino e compagni continuano a mostrare difficoltà in fase di finalizzazione, al netto di episodi poco fortunati, come la traversa di Tordini, oltre alle tante assenze tra squalifiche e infortuni e alla fatica accumulata.

Gli etnei si sono presentati al “Franco Scoglio” senza un turno infrasettimanale nelle gambe, che ha privato il Messina anche del suo uomo simbolo, il combattivo Crimi, oltre che della qualità e delle geometrie di Buchel. L’auspicio è che oltre al primo, che ha scontato un turno di stop, possa essere recuperato qualcuno dei tanti acciaccati mentre a Giugliano non ci sarà lo squalificato Dumbravanu.

Vicario
Vicario cerca di convergere verso il centro (foto Giovanni Isolino)

La squadra ha comunque voglia di lottare ancora sul campo, spinta peraltro dal suo pubblico. Settemila presenze nel derby e una Curva Sud matura, che ha cantato incessamente, anche se il Messina è stato per quasi un’ora e mezza sotto nel punteggio e al fischio finale l’ennesimo incoraggiamento alla squadra. Dopo quanto è accaduto dal 2008 ad oggi è un segnale di fiducia e amore davvero incondizionati, a dispetto di tutto e tutti.

Motivo per il quale in settimana cercheranno di tenere alta l’attenzione e il morale del gruppo sia il tecnico Simone Banchieri che il direttore sportivo Domenico Roma. Il club ha peraltro smentito categoricamente i presenti contatti tra il dirigente peloritano e il Cosenza, a rischio retrocessione dalla B e al centro peraltro di una complicata trattativa per il cambio di proprietà dopo la lunga gestione Guarascio.

Pedicillo
Pedicillo accerchiato dai compagni (foto Giovanni Isolino)

L’unico reale appiglio in ottica futura sembra rappresentato da un’eventuale svolta societaria. I commercialisti e i legali incaricati dalla “Huddle” stanno analizzando gli incartamenti forniti dal club. Gli imprenditori vicini al manager messinese Francesco Borgosano, da un decennio operativo negli States, si sono affidati a due studi professionali. Uno con sede a New York, l’altro a Roma. L’obiettivo della “due diligence” è fare chiarezza sull’entità dei debiti accumulati dal club. L’impegno delle tre aziende che dovrebbero affiancare la società di Borgosano era stato immaginato a Natale, quando vi fu un primo contatto con Sciotto, con la speranza di un Messina ancora in serie C.

In caso di retrocessione emerge che il progetto andrà ridiscusso con i partner perché le entrate potenziali sarebbero molto più ridotte, tra sponsor, visibilità e introiti da botteghino. Anche se è chiaro che con una gestione lungimirante dopo otto anni di attriti, incomprensioni ed errori la risposta della piazza potrebbe essere molto più costante. Nel frattempo emerge che Aad Invest Group salderà comunque la nuova rata del “salva-calcio”, la rateizzazione fiscale che ogni mese va onorata per non decadere dal beneficio concesso all’ex presidente Pietro Sciotto durante la burrascosa parentesi del Covid.

Francesco Borgosano
Il Ceo di “Huddle” Francesco Borgosano

Alla finestra c’è proprio la proprietà uscente, che nelle prossime ore potrebbe mettere in mora la fiduciaria lussembrughese e avviare un’azione legale per il recupero delle somme pattuite per la cessione dell’80% delle quote se anche la seconda rata contrattuale decadrà invano. La valutazione da 2,5 milioni è sempre stata ritenuta eccessiva ed era giustificata anche dalle corpose anticipazioni effettuate da Sciotto nei mesi scorsi, quando la cessione slittò a più riprese (da giugno 2024 a gennaio 2025) e stipendi e gestione rimasero a suo carico. A due mesi e mezzo dalla firma nello studio del notaio Magno i tempi però sono maturi.

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