È stato programmato per la mattinata di venerdì il sopralluogo della Commissione comunale di vigilanza allo stadio “Franco Scoglio”. Considerata la capienza limitata a 1.000 spettatori non è necessaria invece la convocazione della Commissione provinciale presieduta dalla vice-prefetto vicario Patrizia Adorno. L’obiettivo di Palazzo Zanca è ottenere un’agibilità valida per almeno quattro o cinque partite (alla fine del torneo mancano tre gare più i playoff) e comunque fino a quando resteranno in vigore le attuali limitazioni anti-Covid.
Si è parlato a lungo della possibilità di una gestione “congiunta” tra Acr e Fc Messina. In alternativa alla condivisione tra le due società, il Comune potrebbe affidare i servizi essenziali (custodia, pulizia e manutenzione ordinaria, di competenza proprio di Palazzo Zanca) a personale interno o di società partecipate. Una soluzione da applicare nelle strutture sprovviste di una convenzione o una concessione con singoli club.
Nel corso della prossima settimana potrebbe esprimersi il Responsabile unico del procedimento sulla proposta di concessione pluriennale dell’impianto al Football Club, da cui era giunta l’unica offerta. Il dirigente Salvatore De Francesco è in costante contatto con Francesco Vermiglio, docente di economia aziendale, analisi e contabilità dei costi, consulente d’eccezione dell’Ente, la cui relazione ha sollevato varie questioni alle quali la società di Rocco Arena ha replicato con delle “controdeduzioni”.
Presto si capirà se arriverà un sì condizionato all’offerta o – ipotesi sempre più probabile – un diniego, che di fatto potrebbe coincidere con la revoca in autotutela del bando. Un’ipotesi espressamente prevista dalla procedura, secondo la quale la stazione appaltante “non assumerà alcun obbligo se non quando sarà sottoscritto il contratto né è tenuta a rimborsare alcun onere o spesa sostenute dalle imprese per la preparazione e la presentazione delle offerte”. Passaggi che sembrerebbero mettere al sicuro l’Ente anche nel caso di una mancata aggiudicazione dopo la proposta dell’Urega e di eventuali azioni legali della controparte.
In riferimento alla relazione di Vermiglio, Palazzo Zanca aveva auspicato maggiore chiarezza sui reali finanziatori del maxi-investimento da quasi 140 milioni di euro, sulla cui identità non sono emersi dettagli in virtù di un patto di riservatezza addotto dal club, che però cozza con le normative anti-riciclaggio. Secondo quanto è filtrato il Fc vorrebbe costituire una “New Co” con investitori del Nord Italia e un fondo di investimenti estero, ma questi partner restano tuttora anonimi.
Il Comune aveva sollecitato approfondimenti anche sulle aree commerciali, che dovrebbero coprire metà dei ricavi ipotizzati dal club, ma per la cui realizzazione occorrono autorizzazioni urbanistiche di una certa portata. Nella risposta indirizzata al Rup la società si sarebbe detta “consapevole che occorre almeno un anno di tempo per ottenere i permessi” in questione.
Il Fc Messina ha prodotto in prima battuta una fideiussione assicurativa da 300.000 euro, con riferimento a una gestione trentennale, che di fatto pareggiava il canone da 10.000 euro annui espressamente indicato nel bando. L’estensione dell’accordo a quota 99 anni imporrebbe di rivedere al rialzo la portata delle garanzie economiche, ma la questione verrà affrontata soltanto nel caso di una risposta positiva del Rup.