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Messina

La coinvolgente lettera di un tifoso: “Il Messina è rinato ed è uno spettacolo”

Pubblichiamo la lunga missiva indirizzata da un tifoso alla nostra Redazione, dopo la convincente affermazione colta dall’ACR contro la Cittanovese:

Inzoudine
Inzoudine ringrazia il pubblico

La sensazione è che Giacomo Modica da Mazara del Vallo sia riuscito a risollevare le sorti di un ambiente ferito e frustrato: coreografo in giubba rossa e fine psicologo, condottiero indefesso e stratega sottile, coadiuvato dalle preziose collaborazioni dei compagni di battaglia lì in panchina o dietro la scrivania – Facciolo, Lamazza, Manganaro, Roma – sembrerebbe esserci riuscito davvero. Certo la strada è lunga, la salita ripida e una rondine, forse anche due o tre, non fa/fanno primavera, ma in ogni caso ciò a cui stiamo assistendo, questo rinascimento, questo spettacolo che unisce il bello e il pratico, ci reca dà gioia e un bel po’ di speranza.

Messina
Esultanza di gruppo per il Messina (foto Alessandro Denaro)

È magnifico assistere alla danza di questi ragazzi, geometrica e fisica, fatta di scambi brevi e lunghe parabole, di linee corte e sincroni movimenti: è stato un piacere per gli occhi vedere Ragosta e Rosafio accentrarsi da esterni opposti per lasciare lo spazio agli inserimenti in sovrapposizione a destra di Lia – assoluto padrone della fascia, esaltante nella corsa e nella tecnica – e a sinistra di Inzoudine e Lavrendi. Colpo di mercato il primo, tassello ad incastro perfetto, in tutto il match forse ha sbagliato soltanto un passaggio e ci ha deliziato con dribbling e accelerazioni, cambi di gioco, precisi filtranti verso gli attaccanti, corsa elegante e un mancino educato; motorino instancabile il secondo, interprete perfetto nello scacchiere delle tre fasi del gioco modicano: recupero, palleggio e inserimento.

Cozzolino
Cozzolino effettua un lancio in profondità

In mediana ottime prove anche di Cozzolino (cuore, polmoni, sacrificio, disponibilità, sostegno, lavoro neanche tanto oscuro) e Bossa, comprimario e gestore, diga e motore, carattere e ordine, fondamentale nell’equilibrio di tutto l’assetto, rinato dalle ceneri di una prima parte di stagione sottotono: paradossalmente l’ammonizione ricevuta all’89esimo sul 3-0 a partita conclusa con avversario matato diventa manifesto del suo stato mentale, suggella la prestazione e invece di farci arrabbiare ci esalta (il mister non sarà d’accordo!). A proposito di cartellini gialli, quello rifilato a Manetta al 20’ è un altro segnale della fluidità del meccanismo: difesa alta e centrali sicuri e svelti nell’accorciare sui tentativi offensivi degli avversari, feroci e risoluti; nonostante la mole del centravanti avversario, Manetta e Bruno non hanno concesso nulla, nemmeno sullo scontro aereo: eccellenti.

Curva Sud
Una “sciarpata” in Curva Sud

Col trio d’attacco, esposto ai riflettori delle giocate, si rischia di banalizzare l’analisi dicendo scontate ovvietà, ma ci proviamo: Yeboah lavora come perno, ora corto ora lungo, ora incontro ora alle spalle, i suoi compagni lo sanno, la sua fisicità e la sua tecnica ne affilano il graffio, e da quando è qui il suo nome compare nel tabellino marcatori con regolare cadenza; Ragosta, in realtà poco appariscente, deciso e preciso all’inizio, fa capire come mai il suo soprannome inizi a serpeggiare anche fuori dalle tribune: il “Cobra”, rispettato e temuto, quatto, sornione e infine implacabile, ma attenzione, non parliamo del gol. L’assist del 2-0 è un morso velenoso che stende la preda e la immobilizza, l’affondo fondamentale. È un altro dettaglio di quel che abbiamo visto e stiamo raccontando: il gruppo è coeso, affamato, convinto. Non pensa in termini egocentrici e avidi, ma considera con freddezza che la squadra è più importante, non tira a tu per tu col portiere ma passa al compagno per piazzare l’allungo: un colpo da campione.

Rosafio e Yeboah
Rosafio e Yeboah celebrano l’ottima prova con la Cittanovese

Rosafio lo teniamo per ultimo: il primo tempo è una goduria per gli occhi degli appassionati di questo sport, di qualsiasi fede siano. Quel mancino pungente, quel cervello svelto nell’inquadrare i binari lungo i quali far scorrere l’amica palla, quella postura lievemente ingobbita, quel dribbling stretto, i tagli verso il centro, le aperture e i cambi di gioco: fulcro del gioco offensivo, regista e fantasista, impeccabile. Da categoria superiore. Nella ripresa cala e credo sia fisiologico. Non ce ne vogliano i subentrati se la loro menzione viene fuori rimpicciolita; la vittoria di un progetto passa attraverso la collaborazione, l’abnegazione ed il sostegno di tutti. Per cui il complimento sincero, come un applauso, abbraccia tutti: da Stranges che lascia intravedere sprazzi di valore a Cocuzza che – l’ha detto anche il tecnico – è l’anima di questa truppa, da Cassaro a chi non ha messo piede sul rettangolo di gioco o a chi come Meo c’era ma, e ciò rende bene la misura del trionfo, non ha avuto attacchi ai quali opporsi.

Modica
Il tecnico giallorosso Giacomo Modica e i suoi collaboratori (foto Alessandro Denaro)

La sensazione è incoraggiante, la Curva canta gioiosa, lo stadio va riempendosi anche con il cattivo tempo, la stampa unanime approva, la cavalcata prosegue; ma lungi dall’essere scioccamente esaltati, sappiamo bene – e siamo certi che, meglio di noi, i protagonisti lo sappiano pure – che di performance del genere ne serviranno altre ancora e che i complimenti fanno piacere sì, ma devono scivolare in fretta altrimenti sedimentano e diventano un ostacolo latente. Intanto soddisfatti, gustiamo le immagini nella nostra memoria, rilassiamo i nostri nervi e ci ricarichiamo per la prossima sfida. Che non è un sogno, è il nostro obiettivo.

Fabrizio

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