L’assistant coach Nicola Brienza al termine della gara dalle mille emozioni tra Betaland Capo d’Orlando e Red October Cantù sottolinea il carattere della squadra capace di recuperare ben tredici punti di svantaggio dopo due quarti.
“Siamo partiti un po’ contratti, com’era prevedibile. Giocavamo contro una squadra di buonissimo livello e forse eravamo più preoccupati a difendere e abbiamo perso un po’ di fluidità in attacco. Nel momento in cui ci siamo resi conto che Cantù stava provando a scappare è venuto fuori il carattere dei nostri ragazzi. Con il quintetto piccolo e la zona siamo riusciti a metterli in difficoltà e dobbiamo essere contenti del passo in avanti che abbiamo fatto, ma consapevoli che dobbiamo farne un altro. Questi ragazzi hanno sempre dimostrato di non mollare mai, di crederci e di voler andare oltre le loro possibilità. Sappiamo già che non sarà facile, perché c’è chi come noi lotta per la salvezza, ma dobbiamo crederci fino alla fine.
È ovvio che c’è rammarico, ma è stato bello vincere una partita così difficile considerati i problemi di Likhodey e la botta alla spalla di Knox che valuteremo lunedì prima di partire alla volta di Cremona. Dobbiamo essere contenti per il percorso che abbiamo fatto, ma è chiaro che non è ancora sufficiente e dobbiamo provare a superarci ancora”.
Lungo intervento in conferenza anche da parte del coach di Cantù Marco Sodini che con signorilità ha rivolto i suoi complimenti all’Orlandina Basket.
“Sono contento soltanto delle contemporanee sconfitte delle dirette avversarie. Il destino è nelle nostre mani ma tornando alla gara odierno sapevo che avremmo incontrato una squadra molto motivata e noi dopo un ottimo secondo quarto ci siamo fermati. Oggi non abbiamo mai corso e abbiamo realizzato solo due punti in contropiede ce invece è la nostra naturale propensione. L’Orlandina è stata la squadra che ci ha tenuto al punteggio più basso. Faccio il mio caro in bocca al lupo a Capo ce può contare su un ambiente caldo e passionale. Noi non siamo stati bravi e oggi non posso essere soddisfatto della squadra, i ragazzi lo sanno e sono i primi a dispiacersi. Non volevamo risparmiare energie e non lo abbiamo fatto. Vogliamo coronare questo sogno playoff che ad inizio anno sembrava una cosa irrealizzabile”.
Il secondo tempo ha deciso la sfida, l’Orlandina ha mostrato un grande cuore con i paladini in certi frangenti ad un passo dal baratro.
“Il recupero nel terzo quarto da parte dell’Orlandina è coinciso con l’auto esclusione di alcuni miei giocatori, come Burns e Smith ed abbiamo smesso di avere il controllo dell’area. Dovevamo essere aggressivi nei confronti dell’area, siamo cascati nel tranello di affidarci unicamente all’agonismo. Demerito nostro, la componente mentale è stata decisiva”.
Sulla lotta salvezza serratissima a 40 minuti dal termine ecco il suo pensiero: “Prima di questa gara ero veramente terrorizzato, se infatti la serie A negli ultimi anni era livellata verso il basso adesso propone diverse fasce di squadre molto vicine tra loro con valori assottigliati e che non ti permettono di prendere sottogamba alcun partita. Dico solo che la stagione per chi vuole arrivare fino in fondo è lunghissima, finendo a fine giugno. E’ possibile ce squadre come Milano e Venezia per ora stiano facendo dei richiami di preparazione per cui magari è normale che non pigino più di tanto sul piede dell’acceleratore. Rivolgo comunque un in bocca al lupo all’Orlandina e dico che due piazze appassionate e innamorate come Capo d’Orlando e Pesaro meritano il massimo”.