Mai banale, riesce ad incidere con le sue doti da leader sia dentro che fuori del campo. Davanti alle telecamere Oliver Kragl offre mille spunti, calciatore a tutto tondo che con la Serie C c’entra davvero poco e meriterebbe ben altri palcoscenici. Ospite della trasmissione televisiva “Contropiede”, su Tcf, il centrocampista tedesco ha riguardato le immagini dei tifosi che hanno incitato la squadra per la fondamentale vittoria contro la Juve Stabia, che tiene aperti i giochi in chiave salvezza diretta.
“Bello vedere che ci sostengono così, l’augurio è che possano essere ancora di più. Chi rimane fuori a parlare invece non conta niente, noi diamo il massimo per chi viene allo stadio. Se già quei pochi si fanno sentire in questo modo posso immaginare cosa accadrebbe con la curva piena. Ho visto i video della Serie A, con 42.000 spettatori a San Filippo. Giocare davanti a così tanta gente dà una spinta in più, la squadra avversaria con 42.000 che urlano se la fa addosso. Uno stadio del genere è sprecato per poche persone, dovrebbe essere pieno”.
La ricetta di Kragl è ripartire dai più piccoli, ricordando le visite effettuate nelle scuole dai giocatori giallorossi. Una di esse lo ha visto protagonista insieme a Fumagalli e Ragusa all’istituto comprensivo Boer Verona Trento, trovando una valanga di entusiasmo: “Andare nelle scuole è fondamentale, si dovrebbe fare molto più spesso, almeno una volta al mese, per portare la gente allo stadio o comunque incentivare i ragazzi a fare sport in generale. Abbiamo visto tanti bambini che amano il Messina, poi ovviamente ci potevano essere anche quelli a cui fregava meno”.
Disputata la Serie A con il Frosinone nel 2016, difficile capire perché la sua carriera non sia poi definitivamente decollata. “Il calcio è strano, forse in qualche momento avrei dovuto fare meglio e invece ho fatto male, non lo so spiegare. Riguardo agli ultimi anni sono arrivato in A con il Benevento e mi hanno mandato ad Ascoli, dove però giocavo da terzino destro. Una volta tornato a Benevento abbiamo deciso per la risoluzione del contratto e non ho trovato una squadra in B neanche gratis. Ho aspettato tanto, ma ad un certo punto diventava pesante stare a casa. Così nella scorsa stagione mi sono trasferito in C ad Avellino per riprendere a fare quello che amo. Terminata quell’esperienza sono andato in Austria, dove di certo c’è un grande professionismo, ma non è come l’Italia e poi non stavamo bene come famiglia”.
Da lì la voglia di ritornare nel nostro Paese e la firma nel mercato invernale per il Messina di Pietro Sciotto con una missione ben precisa: “Quando sono arrivato il solo obiettivo era quello di salvarci. Sappiamo però da dove siamo partiti, a gennaio pensavamo di essere morti. Con 29 punti in 17 giornate stiamo realizzando l’impresa più importante, alla quale nessuno credeva, ma siamo consapevoli di non aver fatto ancora nulla. Perez e Fumagalli sono qui i miei più grandi amici. Con Leonardo c’è un rapporto che va al di là, anche con le rispettive famiglie. E poi parlo tanto con Ibou Balde, ma io sto bene con tutti e provo ad aiutare tutti”.
E Kragl sta trascinando il Messina a suon di gol, come quello all’esordio contro la Viterbese o la doppietta alla Gelbison, e assist, l’ultimo dei quali fornito a Ferrini proprio domenica scorsa. “Mi piace tanto giocare in quella posizione, ho più libertà sull’esterno, come a Benevento, è quella la più adatta alle mie caratteristiche. Alla mia età non posso più fare il centrocampista, servono due che vanno a mille più di me”.