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Kragl: “Tifoseria matura, non ha mai contestato. Ma c’è tanto da lavorare”

Oliver Kragl è stato tra i protagonisti della salvezza del Messina, arrivata grazie ad una grande rimonta nel girone di ritorno. Ai nostri microfoni, in una lunga intervista di cui pubblichiamo adesso la seconda parte, ha manifestato il suo apprezzamento per l’atteggiamento della tifoseria: “La Curva Sud può dare tanto. Se hai soltanto 11 punti a gennaio, in altre piazze non sarebbero andati allo stadio e ci sarebbero state contestazioni pesanti. Ho trovato una realtà matura. Ci hanno sostenuto sempre, dopo i tanti cambiamenti sul mercato, e non ci hanno mai messo addosso pressione negativa”. 

Kragl
Kragl ha firmato tre gol e quattro assist (foto Gerry Coviello)

Il futuro è tutto da scrivere, anche se Kragl è uno dei sette elementi sotto contratto anche per la prossima stagione: “Non sappiamo ancora nulla: chi sarà il ds, il tecnico e dove si terrà il ritiro. Attendiamo risposte, mentre del mio eventuale mercato se ne occuperà il mio procuratore”. 

Il centrocampista originario di Wolfsburg non nasconde le sue ambizioni: “Potrei giocare ancora in serie B, come ho fatto spesso in carriera. In C ho avuto soltanto due esperienze con Avellino e Messina. Prima ero in serie A in Austria, dove però la mia compagna Alessia non si è trovata bene”.

Berto. Fiorani e Kragl
Berto. Fiorani e Kragl in azione (foto Paolo Furrer)

L’ennesima estate calda ha già lasciato senza calcio un paio di grandi piazze e Messina ha tremato fino all’ultimo: “In Lega Pro servono maggiori garanzie, un professionista vuole vivere sereno con la sua famiglia. Se il presidente avesse lasciato avremmo perso quattro mesi di stipendi. È un problema della serie C, non solo dell’Acr. In categorie maggiori magari hanno più sicurezze”. 

Kragl ha già vissuto le conseguenze di una retrocessione, con il Fondo di Garanzia che si rivelò soltanto un palliativo: “A Foggia per due punti non abbiamo ottenuto la B e l’anno dopo ho perso tantissimi soldi, recuperando un decimo dello stipendio soltanto dopo due anni e mezzo. Ora è toccato a Pordenone e Siena. Il calcio e soprattutto la C non sono un mondo dorato. Non è giusto nemmeno per i tifosi, evidentemente ad inizio anno vengono sovrastimate le previsioni d’incasso”. 

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Kragl celebra la sua doppietta con la Gelbison (foto Paolo Furrer)

L’ex Benevento giudica inaccettabile la precarietà che vive tutto il movimento: “Da piccolo ho lavorato per tre anni e mezzo in fabbrica, alla Volkswagen, e so cosa significa fare sacrifici. Alle sei del mattino ero in piedi, di turno in una ditta di CNC (il “controllo numerico computerizzato”), dando gli input necessari ad una macchina utensile che progettava e produceva pezzi per automobili. Poi mi allenavo con le giovanili e la sera andavo a dormire presto. I dipendenti, come i calciatori, devono essere tutelati”.

Kragl ritiene che il Messina debba crescere tanto e strutturarsi: “Il presidente Sciotto ogni anno mette i soldi sul tavolo e va rispettato, ma serve uno staff adeguato intorno. Non è compito mio dirlo ma mi permetto di dare qualche suggerimento. Lavorerei sul marketing, riproporrei più spesso le iniziative nelle scuole per coinvolgere la città. Bisogna investire: il Messina non ha neanche uno store ufficiale e dopo il gol di Viterbo ho fatto fatica a procurarmi delle maglie ufficiali per spedirle agli amici che me le chiedevano”. 

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