Doveva essere una vetrina per il calcio messinese a meno di un anno dal fallimento del FC Messina, ma si è trasformata in una bella gatta da pelare per l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca. L’ex primo cittadino, l’ex capo dell’Ufficio di Gabinetto Antonio Ruggeri ed il dirigente Giuseppe Mauro, sono stati infatti condannati a risarcire la cifra di 57.600 €, sborsata dal Comune alla società organizzatrice “San Marco Sport Events”, che ottenne il rimborso di parte delle spese sostenute per portare in riva allo Stretto la Juventus ed il Monaco, ospitata dallo stadio San Filippo il 6 gennaio 2009.
In cambio il Comune ottenne un ritorno pubblicitario. La sfida, denominata “Torneo Città di Messina”, venne trasmessa in diretta nazionale da La7 e sul materiale pubblicitario venne apposto il logo della città. La Giunta dispose l’utilizzo del fondo di riserva.
Ma l’amichevole di lusso per la Procura della Corte dei Conti rappresentò un danno erariale per il Comune “in quanto non corrispondeva al raggiungimento di alcuna finalità istituzionale ed era stato effettuato in assenza di documentazione giustificativa, nonostante fosse un principio consolidato dell’ordinamento quello secondo cui l’utilizzo del denaro pubblico deve essere documentato e rendicontato. Il pagamento, infatti, era seguito alla presentazione di una fattura da parte della società senza alcun elemento di specificazione ulteriore né, a supporto, di alcuna dimostrazione delle spese sostenute”.
Buzzanca dovrà restituire la cifra più alta: 28.800 €, gli altri la metà (14.400 a testa). A carico dei tre anche le spese del giudizio: 508 euro. Contestata nella sentenza anche l’assenza “di un piano finanziario in cui fossero indicate analiticamente non soltanto le spese dell’evento ma le entrate previste (ricavi dei biglietti pubblicitari, sponsor, diritti televisivi)” ed ancora “la mancanza – scrivono i giudici – di un rendiconto dei costi sostenuti in concreto”.
La decisione porta la firma del presidente Luciana Savagnone e dei giudici Adriana Parlato ed Igina Maio. La sentenza è appellabile ed è facile immaginare che Buzzanca, Ruggeri e Mauro cercheranno di far valere le loro ragioni.