Il quarto posto nel Sei Nazioni 2021 mantiene l’Italrosa competitiva nell’élite del rugby europeo, pur con diversi volti nuovi all’interno del gruppo rispetto alle ultime edizioni. A vivere con la Nazionale per tre settimane le emozioni del torneo, c’erano anche due icone dell’ovale messinese: il vice allenatore Tito Cicciò e il team manager Giuliana Campanella.
“Per fare un bilancio di questo Sei Nazioni penso che si debba partire da quello precedente – ci racconta il team manager azzurro -. Nel 2020 abbiamo giocato soltanto due partite con Galles e Francia fino a metà febbraio, poi una lunga pausa per le note vicende della pandemia e il ritorno in campo a ottobre per completare il Sei Nazioni, giocando in Irlanda e contro l’Inghilterra in Italia, a novembre. Non è stato facile presentarsi a questo Sei Nazioni senza che le ragazze avessero disputato partite di campionato, dal momento che la serie A è ferma quest’anno. Abbiamo svolto due raduni nel mese di dicembre che ci hanno permesso di lavorare sodo e provare anche delle ragazze nuove”.
I risultati di questo intenso lavoro si sono visti nelle tre partite del Sei Nazioni 2021. “Contro l’Inghilterra al debutto abbiamo disputato un primo tempo per certi versi inaspettato, mantenendo con costanza il possesso dell’ovale, ma la loro fisicità è uscita fuori nella seconda metà di gara. La vittoria in Scozia è il frutto di una ottima prestazione a livello collettivo, nell’ultima partita con l’Irlanda (sconfitta per 25-5) abbiamo risentito della stanchezza per gli impegni ravvicinati, con alcune scelte di gioco non azzeccate. Ma alla fine dico che è stato un buon torneo, molto dispendioso sia sotto il profilo fisico che mentale. Adesso vedremo di ricaricarci per le qualificazioni al Mondiale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero di Cicciò. “Un quarto posto è sempre un buon risultato. Con l’Irlanda avremmo potuto fare meglio, sono stati commessi troppi errori. Però devo dire che si sono visti anche tanti aspetti positivi in questo Sei Nazioni. Le giovani si sono ben integrate nel gruppo e hanno dato un bell’apporto alla squadra. Per chi si affaccia nel proscenio europeo è importante giocare con continuità test di un certo livello: loro stanno iniziando a farlo e le prime risposte sono state confortanti in ottica futura. Per le più grandi sono state tre partite utili per testarsi e ritrovare confidenza con il ritmo di gioco”.
La nuova formula del torneo post pandemia che impressione le ha fatto? “Disputare tre partite invece delle cinque classiche non è il massimo per chi, come le nostre ragazze, ha bisogno di giocare con più frequenza, considerato che il campionato italiano è fermo. Però ci rendiamo conto del quadro sanitario internazionale e ci siamo adattati alla situazione”.