Al Teatro Clan Off è andato in scena “Interrogatorio a Maria” di Giovanni Testori, spettacolo conclusivo della Masterclass condotta da Walter Manfrè. Il Clan degli Attori dà appuntamento ad ottobre per la terza stagione.
Una lingua semplice e limpida che, quasi, pare toccata dalla grazia tanto è diventata preghiera da recitare. Quella preghiera che ha ritrovato in Giovanni Testori non solo lo scrittore che sa mediare prière et poésie, secondo la definizione di Henri Brémond, ma anche il suo interprete più avanzato, che sa trovare quegli accenti così rappresentativi e arriva alle vette della comunicazione individuale e globale. E lo fa attraverso la forma più semplice e più popolare che da secoli si conosca: la preghiera. Un testo che tocca temi emozionanti ed attualissimi, “Interrogatorio a Maria”, con cui si sono confrontati gli allievi della Masterclass col regista Walter Manfrè. L’esito dei mesi di lavoro è andato in scena lo scorso fine settimana al Clan Off Teatro, protagonisti Gaspare Bonina, Nino Cosenza, Martina Costa, Piera Costantino, Donatella Del Mastro, Francesco Galuppo, Angelo Morabito, Cinzia Murabito, Stella Policastro, Adele Rombolà, Manuela Smeriglio, Carlo Spinelli, Alessandra Zecchetto, il disegno luci è di Renzo Di Chio.
Temi cari a tutte le donne, quelli tratteggiati da Testori, come l’educazione dei figli e la sofferenza di una madre di fronte alla morte del «frutto» che lei stessa ha generato. Cristo non c’è, fisicamente, sulla scena, ma viene continuamente evocato: è lo scandalo, la ragione della vera speranza per l’umanità, Colui che è uscito dal ventre di Maria per salvare il mondo. Ed in maniera quasi viscerale viene indagato il momento in cui Verbo diventa carne. Il popolo evoca Maria per “interrogarla”: d’un tratto appare, si palesa, Maria madre delle madri, donna delle donne, e risponde mostrando tutta la sua umanità. La parola diventa vera drammaturgia “sacra”, perché è più grande di chi la dice, risuona come provocazione, chiama l’uomo e ne fa il testimone, il custode del dire secondo il suo destino. Una sacralità umana, intrisa di carne, di dolore ma anche di speranza. Questo il senso intimo e profondo di Interrogatorio a Maria: seguire la parola e lasciare che questa prenda a poco a poco spazio in noi. Una delle più belle azioni drammaturgiche di Giovanni Testori, una sorta di “lauda dialogata” con la quale lo scrittore inaugurò una nuova stagione del suo percorso artistico: quella della testimonianza aperta, sofferta, della sua fede ritrovata.
Lo spettacolo giunge come atto conclusivo della Masterclass avviata al Clan Off Teatro col regista messinese Walter Manfrè, e la collaborazione di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla. Il laboratorio, della durata di sei mesi, ha preso il via a gennaio. Un percorso di perfezionamento che prevede modelli e metodi di interpretazione diversi dal teatro tradizionale: quel “Teatro della persona”, proprio di Manfrè, che esplora le infinite sfaccettature e possibilità dell’animo umano, votato a toccare la sensibilità e l’emozione dello spettatore, passando per l’empatia, la provocazione, l’autenticità. «Un testo non immediato, complesso, ricco di significati, un testo laico che affronta il tema di Dio. Una sfida accolta dagli allievi e da noi con grande entusiasmo e coinvolgimento – hanno spiegato Mauro Failla e Giovanni Maria Currò, direttori artistici del teatro Clan Off – siamo stati presenti durante gli incontri mensili con Walter Manfrè, e poi un intenso mese di giugno di appuntamenti insieme a lui, durante il quale le maglie si sono strette ed è venuto fuori un lavoro di grande forza. Due recite per mostrare i frutti di questo percorso qui al Clan Off teatro dove è nato, a chiusura di una stagione densa di appuntamenti, ma vogliamo riprenderlo per la prossima, e immaginiamo di portarlo in altri spazi della città e non solo. Il Clan Off teatro dà appuntamento al pubblico per la prossima stagione, la terza, che prenderà il via ad ottobre, tra gradite conferme, alcune sorprese e nuovi progetti».