Il vice-presidente del consiglio comunale Nino Interdonato interviene sulla vicenda che vede la Soprintendenza valutare la dichiarazione di interesse storico per lo stadio “Giovanni Celeste”. Anche questo tema divide la politica. Alla soddisfazione del Movimento Cinque Stelle fa da contraltare la perplessità dell’esponente di Sicilia Futura. Riportiamo di seguito la sua nota stampa.
“Torino demolisce il Delle Alpi, Cagliari demolisce il Sant’Elia, Ascoli demolisce il Del Duca, Milano sta per demolire San Siro. Da noi no, certo che no! Siamo più bravi e pensiamo di apporre il vincolo storico monumentale, in una struttura che ovviamente di storico non ha nulla (è stata inaugurata nel 1932), e che se approvata comporterebbe il disinteresse a investire da parte di qualsiasi imprenditore.
Naturalmente in tutte le città italiane i vecchi stadi comunali vengono abbattuti o riqualificati, in quanto obsoleti oltre ad essere incompatibili con il decreto Pisanu, per qualsiasi evento sportivo professionistico o aperto al pubblico. Ad oggi (siamo sempre in attesa di ratifica del protocollo), i commerciati del centro storico secondo la Soprintendenza non possono installare neanche una fioriera, immaginate le discussioni sull’eventuale ed elementare sostituzione dei seggiolini.
Alcuni parlamentari plaudono a questa “brillante” iniziativa, degna della corazzata Potëmkin di fantozziana memoria che destinerà il Celeste ad un relitto di cemento armato con all’interno nulla di più di un orto urbano. Non consentirò che la città subisca questo ennesimo errore burocratico, e mi batterò in tutte le sedi politico, amministrative e giudiziarie”.