In attesa della svolta in campionato, il Messina si conferma in palla in Coppa Italia e a fine novembre potrà tornare in campo per gli ottavi di finale. Soddisfatto il tecnico peloritano Pietro Infantino: “Abbiamo disputato un bellissimo primo tempo. Poi il Gela si è buttato in avanti e ci ha messo in difficoltà. Ho avuto risposte importanti da tutta la rosa. Mi dispiace per l’episodio del rigore dell’1-1, causato con un’ingenuità da Guehi, che è un ragazzo fortissimo e ha grandissime prospettive. Peccato anche per le opportunità sprecate da Gambino nel finale”.
Il quarto successo stagionale, il terzo in Coppa, rappresenta anche una grande iniezione di fiducia: “Siamo un gruppo importante che si sta ritrovando e acquisisce compattezza. Abbiamo bisogno di queste partite per diventare squadra. Avevamo quattro difensori a casa e Genevier ha dovuto adattarsi da centrale. Ci stiamo concentrando molto su identità e condizione fisica. Dovremo vincere più partite possibile, poi la classifica dirà chi sarà più bravo”.
Con quattro punti raccolti in quattro giornate, Infantino è finito inevitabilmente in discussione. Il tecnico non si stupisce: “Sono legato all’ambiente messinese, ma ci vogliono i risultati. Non contestano l’uomo ma il tecnico. Con il lavoro ci ritroveremo e questi uomini daranno le risposte sperate. Il Gela è un avversario coriaceo e organizzato. Siamo due realtà importanti, molto rinnovate, che cercano ancora equilibri e meccanismi giusti. Saranno protagoniste del campionato”.
L’ex allenatore dell’Acireale ha commentato poi l’inizio in salita e il cambio di modulo, con il 4-3-3 ormai stabilmente preferito al 3-4-3: “Abbiamo bisogno di tempo per conoscerci caratterialmente e in campo, tatticamente e tecnicamente. Il gruppo è stato completato sul mercato soltanto a settembre e questo amplifica le difficoltà. Ma la vita di un allenatore è anche questa. Sono partito con un’idea tattica ma poi ho cambiato perché sarebbe stato autolesionistico proseguire in quel modo, non si sarebbero espressi al meglio”.
Grande amarezza per la perdurante chiusura al pubblico del “Vincenzo Presti”, che Infantino da ex conosce bene: “Società, allenatore e squadra hanno bisogno del sostegno del loro pubblico. Io ho avuto la fortuna di conoscerne il loro, gli darebbe una marcia in più. Giocare senza spettatori sugli spalti è una sconfitta per tutti, il calcio è uno spettacolo pensato per la gente, che oggi si sarebbe divertita ad ammirare due squadre propositive, che hanno giocato mettendo la palla a terra”.