Dopo il ritorno alla Rteam RalliArt, una delle scuderie più importanti d’Italia con grandi piazzamenti proprio alla Dakar, il pilota messinese di rally raid Antonio Ricciari è pronto alla sua terza partecipazione alla Dakar 2025, che si correrà dal 3 al 17 gennaio da Bisha a Shubaytah in Arabia Saudita.
Nelle due precedenti edizioni Ricciari si è piazzato, nel 2022, al 35esimo posto nella specialità, risultando il primo fra gli equipaggi italiani in gara alla Classic; nel 2023 ha fatto ancora meglio conquistando il terzo posto assoluto fra tutti gli italiani in gara alla Dakar e arrivando terzo anche in categoria H 2 di regolarità.
Tutto questo in una gara internazionale insidiosissima, al cospetto di avversari temibili, auto blasonate e dalla grande storia e case automobilistiche che compiono grandi investimenti. Prima della Dakar 2025, dal 12 al 18 settembre Ricciari ha corso la seconda edizione del Rally Classics Africa 2024, il rally-raid di regolarità e navigazione su cinque tappe. a cui partecipano ben 41 team e grandi nomi dell’offroad mondiale.
Una corsa “propedeutica” in vista di una sempre più impegnativa Dakar, che, come ha già anticipato David Castera, il direttore del rally più massacrante e amato al mondo, sarà in assoluto “fra le più dure della storia della Dakar”. Copilota con lui in Arabia Saudita sarà l’esperta Simona Morosi, già con Ricciari nell’edizione 2023 della Dakar.
La loro vettura sarà un Mitsubishi Pajero v20 3200cc, un fuoristrada che i tecnici di RTeam hanno reso ancora più performante, ma sempre nel rispetto dei rigidissimi requisiti di sicurezza richiesti dalla direzione internazionale della gara. Si tratta della stessa vettura con la quale Ricciari e Morosi hanno partecipato alla Dakar 2023, percorrendo oltre 9000 chilometri, e in grado di affrontare dune sabbiose e terreni rocciosi sempre con il massimo controllo.
“Ogni volta mi sembra di aver dato tutto, ma poi il richiamo della corsa e il fascino dell’avventura sono troppo forti per resistere – ammette Antonio Ricciari -. Quando partecipai per la prima volta alla Dakar mi dicevano “vedrai che poi ci vorrai tornare” e quasi non ci credevo. Invece adesso sono qui, pronto ed emozionato per questa nuova sfida. Faccio tanti sacrifici per esserci, tanta preparazione fisica, partecipo alla messa a punto della vettura, studio gli avversari, con il team elaboriamo le strategie e molto altro. Tutto questo non inizia ora con le corse: dentro di me è un percorso che dura da trent’anni, anzi anche più, da quando ho iniziato a correre. Una maturazione lenta, consapevole e inarrestabile”.