Dopo un’attesa estenuante, prolungatasi addirittura per tre settimane, il Tribunale Nazionale Federale ha finalmente emesso il suo verdetto: quattro anni di squalifica per Arturo Di Napoli, che ottiene soltanto una lieve diminuzione dell’ammenda, che scende a quota 35.000 €.
In prima battuta l’accusa, al termine della requisitoria del procuratore federale aggiunto Gioacchino Tornatore, aveva chiesto per lui quattro anni di squalifica e 60.000 € di ammenda per illecito aggravato per la presunta combine della gara tra L’Aquila ed il Savona, disputata il 23 novembre 2014.
Ad assistere l’attuale tecnico dell’ACR tre avvocati: il messinese Giovanni Villari, il calabrese Antonio Fazio ed il bolognese Mattia Grassani, che tutela anche la posizione del club ligure, per il quale la Procura ha chiesto 3 punti di penalizzazione ed un’ammenda di 30.000 €.
Il presidente Sergio Artico e agli altri componenti del collegio (Amedeo Citarella, Massimo Lotti, Sergio Quirino Valente e Massimo Vasquez Giuliano) hanno emesso la decisione soltanto in extremis, sfruttando fino in fondo i 90 giorni concessi prima che il reato contestato andasse in prescrizione. I deferimenti sono arrivati infatti il 4 novembre 2015 ed il termine ultimo entro il quale la sentenza doveva essere pubblicata era quindi quello del 2 febbraio 2016.
A dilatare i tempi anche il fatto che nessuno dei deferiti abbia optato per il patteggiamento. Rispetto agli 81 originari, 77 gli imputati effettivamente giudicati: 28 società (la posizione del Barletta è stata stralciata) e 49 tesserati (stralciato Massimiliano Carluccio, rimesso nelle mani della Procura per un errore di notifica Gianmarco Ingrosso, estromesso pure Alessandro Magni, non tesserato all’epoca dei fatti).