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Messina

Il tour de force è alle spalle. Una settimana tipo per rigenerare il Messina

La gara con il Benevento ha chiuso una fase faticosissima per il Messina, sceso in campo per ben dodici volte in meno di un mese e mezzo. Al netto di una preparazione zemaniana, è un tour de force che ha pesantemente inciso, anche a livello emotivo e di stress oltre che fisico. Il gioco caro a Giacomo Modica richiede un grande sforzo agli esterni difensivi, con Lia e Ortisi spesso protagonisti nelle due metà campo.

Emmausso e Scafetta
Emmausso e Scafetta in azione contro il Benevento

Il grande dispendio energetico, le difficoltà del reparto offensivo, ammesse dallo stesso tecnico, e il rendimento fin qui al di sotto delle aspettative di alcuni uomini chiave spiegano il calo delle ultime settimane, con appena due punti all’attivo nelle ultime cinque giornate. Anche la classifica adesso è poco esaltante. Quartultimo posto, con il Monterosi fanalino di coda capace di rosicchiare due punti. La salvezza diretta è distante appena una lunghezza, i playoff che sognano i tifosi più ottimisti e il presidente Sciotto già a -6.

Tra le principali certezze c’è Fumagalli, capace ancora di una volta di limitare il passivo e tenere in vita il Messina anche di fronte ad un organico tra i più completi della categoria. Il Benevento nel primo tempo ha fatto poco, anche se Ferrante avrebbe potuto portarlo in vantaggio. Poi ha sfruttato una panchina profonda e di grande qualità, come testimoniano l’intramontabile Marotta, incisivo come sette anni addietro, quando andò in gol con un colpo dello scorpione degno di Plescia, e Ciciretti, che si giocherebbe una maglia da titolare in tutte le altre squadre del girone, in campo per appena 13 minuti nel primo terzo di stagione.

Acr Messina
Le formazioni di Messina e Benevento

L’espulsione ingenua di Ortisi nel finale amplificherà le difficoltà a sinistra nella prossima sfida, dove troveranno spazio Tropea o il jolly Polito. In mezzo al campo Giunta e Scafetta hanno dato comunque il loro contributo, trovando peraltro le due conclusioni più significative del primo tempo. Franco è stato costretto invece alla staffetta con Buffa, più per questioni di fiato che di minutaggio, se è vero che per la prima volta in stagione il Messina, alla ricerca del possibile pareggio, ha deciso di rinunciarci, schierando nel finale il maltese Zammit, che in quanto straniero non rientra nel computo degli under e non consentirà quindi di raggiungere la soglia minima dei 271 minuti necessari per ottenere i contributi della Lega. Un ulteriore sacrificio, che però non è stato sufficiente.

La prima settimana tipo, che consentirà di riavviare quel lavoro fisico a cui si rinuncia di fatto da inizio ottobre, sarà determinante per iniziare a recuperare il miglior Firenze, uomo chiave in termini di assist e ispirazione. E ovviamente i tre attaccanti citati da Modica, Cavallo, Emmausso e Ragusa, ancora lontani dai loro migliori standard.

Modica
Modica e il suo staff in panchina

L’under arrivato da Aversa è in calo da qualche settimana, l’ex Potenza ha avuto il merito di firmare due potenziali assist, con una bella sponda per Scafetta e il servizio per Ragusa, ma si accende a corrente alternata e non a caso è stato per la prima volta beccato all’uscita dal campo. La Curva Sud, che al fischio finale ha iniziato a cantare come se fosse maturato un risultato positivo, mostra ancora una volta un atteggiamento maturo, quasi commovente, come le circa 2.900 presenze di media stagionali, praticamente il doppio del  precedente biennio.

Difficile chiedere di più a Plescia, che nel primo tempo è sceso nella sua trequarti, ha recuperato palla, lanciando una volta Emmausso a sinistra e poi Lia sulla corsia opposta. Ovvio che arretrare lo porta poi a perdere lucidità in fase di finalizzazione, al netto peraltro di palloni giocabili davvero ridotti.

Damiano Lia
Damiano Lia e compagni rientrano negli spogliatoi

Una reazione è attesa soprattutto da Ragusa, che ha mancato una rete che avrebbe potuto cambiare la storia del match. Al di là del gol salvezza con la Gelbison e al timbro sulla vittoria con l’Avellino, il bilancio della sua avventura in giallorosso resta poco esaltante. I nove mesi di inattività post-Lecce sono ormai lontani e il Messina non può più attendere.

Fasciarsi la testa comunque serve a poco, anche perché la sessione invernale di mercato è ancora lontana. Illudersi sarebbe comunque un errore, anche perché il calendario resta impegnativo. Domenica arriverà il Latina, una splendida realtà del torneo come il Picerno. Per il Messina sarà una gara chiave, per evitare che i propositi di rinascita estiva lascino di nuovo spazio ai patemi del precedente biennio.

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