La serie D è ferma ormai da più di tre mesi. L’Acr Messina ha chiuso la sua stagione agonistica con la vittoria in rimonta contro il Licata mentre il Fc si è congedato con il pari esterno di Acireale. Coinciso con l’esordio sugli spalti dei “Testi Fracidi” che, dopo undici anni di gestioni ballerine e soprattutto dopo il triennio avaro di soddisfazioni e prospettive con Sciotto al timone del club, hanno deciso di lanciare un segnale anche agli altri gruppi organizzati.
D’altronde già da mesi i club erano in fibrillazione e gli scioperi del tifo e le proteste pacifiche sulla collinetta che sovrasta il “Franco Scoglio” avevano già dimostrato la delusione per l’ennesima annata caratterizzata dalla mancanza di risultati.
Le prime divisioni nel tifo giallorosso risalgono d’altronde già al maggio 2019, quando quattro club (Nocs, Uragano, Fedelissimi e Vecchia Maniera), annunciarono la loro presenza a Rotonda, per il match che sancì la salvezza diretta senza il rischio dei play-out, ma decisero di disertare la trasferta di Latina, sede della finale di Coppa Italia con il Matelica, dove si ritrovarono invece Gioventù Giallorossa e Testi Fracidi.
Mentre l’estate prima la protesta contro la famiglia Sciotto aveva unito tutti, quando si paventò l’arrivo di un rivale storico, l’ex reggino Ciccio Cozza, sulla panchina dell’Acr. Ipotesi poi sfumata in fretta.
Adesso alle porte c’è l’ennesimo campionato con due squadre in campo, da una parte l’Acr del titubante Pietro Sciotto, dall’altra il Fc dell’esuberante Rocco Arena. Un dualismo che va avanti dal 2010, quando nacque il Città di Messina per iniziativa di Elio Conti Nibali, del compianto Giovanni Piero De Leo e di una cinquantina di soci.
Da una decina di giorni si susseguono le riunioni tra i rappresentanti dei cinque gruppi organizzati del tifo. Ai confronti non sono però presenti i rappresentanti di Vecchia Maniera, che da gennaio ha deciso di auto-sospendersi, per protesta nei confronti della gestione dell’Acr da parte della famiglia Sciotto.
È innegabile che un decennio di gestioni scellerate, avviate da Di Mascio subito dopo l’asta fallimentare del Fc nel 2009, quando è nata una delle ultime versioni del “nuovo” Acr, abbiano dilapidato un patrimonio di passione e di seguito che aveva avuto il suo culmine proprio sedici anni fa, quando Messina celebrava a 39 anni di distanza il ritorno in serie A.
Sono passati tre lustri e dopo tre annate consecutive nel massimo campionato, i messinesi si sono quasi rassegnati alla triste realtà del dilettantismo, nel quale hanno vissuto otto delle ultime undici stagioni.
Per provare a immaginare un futuro diverso, Gioventù Giallorossa, Testi Fracidi, Fedelissimi, Nocs e Uragano Cep cercano quindi una visione d’insieme, anche per lanciare un messaggio inequivocabile a Sciotto e Arena. Dopo alcuni confronti, non è ancora arrivato l’ok definitivo a una lettera aperta alla città, che sarebbe già stata abbozzata. Le prossime ore, e gli ultimi confronti, dovrebbero fare chiarezza. L’ennesima estate calda per la Messina calcistica è già iniziata.