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Il terzo pareggio stagionale frena un Messina da lavori in corso

Francesco Simonetti (foto Luca Maricchiolo)

Da Tranchitella a Montella. Per la seconda settimana di fila è stato un attaccante entrato dalla panchina a castigare il Messina. Dopo la sconfitta di Castel Rigone, maturata per effetto della doppietta dell’eroe della promozione tra i professionisti degli umbri, le due reti del giocatore cresciuto nell’allora Football Club dei Franza che hanno consentito all’Aprilia di strappare un pari, comunque meritato, al “San Filippo”.

Il 2-2, per l’incontenibile esultanza di Montella, apriliano di nascita, è arrivato proprio allo scadere dei quattro minuti di recupero. Una vera doccia fredda. Se l’extra-time era stato spesso dalla parte dei giallorossi (in avvio della scorsa stagione Ferreira decisivo contro Noto e Agropoli), questa volta il boccone difficile da digerire è tutto per la squadra di Catalano. Le perle di Corona e Parachì, due prodezze degne di ben altre categorie che avevano acceso improvvisamente la luce, parzialmente vanificate da alcune disattenzioni fatali, pagate a caro prezzo. L’attaccante originario di Giostra rappresenta comunque l’autentica nota lieta della giornata. Smarritosi dopo l’errore commesso contro il Tuttocuoio, è salito in cattedra con un gol d’autore, prima che un Montella in versione “aeroplanino” (soprannome del più celebre Vincenzo, attuale allenatore della Fiorentina) gelasse lo stadio.

Giorgio Corona (foto Luca Maricchiolo)

Cosa non ha funzionato ? La fase difensiva, fiore all’occhiello nel passato campionato di Serie D, ha lasciato più di una perplessità. In tre delle cinque gare fin qui disputate il Messina ha incassato almeno una rete. Troppi gli sbandamenti accusati da Ignoffo e compagni nell’arco dei 90 minuti (e oltre) con l’Aprilia. Non è bastato neanche il solito Lagomarsini, capace di sbarrare la strada a Ferrari nel corso del primo tempo, ma poi beffato per due volte nel finale. Gli ospiti hanno messo in difficoltà il Messina soprattutto per vie centrali, dove i giallorossi hanno schierato un Bucolo in condizioni fisiche precarie dopo i problemi accusati in settimana. Non ha convinto, inoltre, Simonetti, chiamato a sostituire l’infortunato Maiorano. Ai problemi nella manovra il Messina non è riuscito a sopperire neanche sfruttando le tante palle inattive. Le indisponibilità dell’ex Ancona, di Guadalupi, l’elemento dotato di maggiore estro, e Chiaria non costituiscono un alibi, come ammesso da Catalano e Ferrigno nel post-partita (il tema legato alla mancanza di un campo d’allenamento è stato l’autentico leit-motiv), ma hanno evidentemente privato la squadra di tre pedine cardine, obbligando inoltre il tecnico a ricorrere a Lasagna e Gherardi, due giocatori dall’indiscusso talento ma che necessitano ancora di mettere minuti preziosi nelle gambe, data la mancanza di un’adeguata preparazione estiva.

Riccardo Bolzan (foto Luca Maricchiolo)

I sei punti collezionati dopo cinque giornate (frutto di una sola vittoria e di tre pareggi) rappresentano un bottino esiguo per le aspettative di inizio campionato, ma non tenendo conto dell’equilibrio fin qui regnante nel torneo di Seconda Divisione. Per il Messina, attualmente nono insieme a Ischia, Martina e Gavorrano, a sette lunghezze dalla capolista Vigor Lamezia, non è ancora tempo di pensare interamente all’Aversa Normanna dell’ex Di Costanzo, travolta ieri a domicilio dal Sorrento. Mercoledì, infatti, la suggestiva sfida di Coppa Italia all’Arechi di Salerno (calcio d’inizio alle 20.45, arbitrerà Niccolò Pagliardini di Arezzo), primo atto di un doppio impegno ravvicinato in Campania da prendere con le molle.

Alessandro Calleri

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