Un punto che vale quanto una vittoria. Il Sant’Agata ha mantenuto l’imbattibilità, uscendo indenne dallo scontro diretto di Ravanusa in casa del Canicattì e resistendo agli assalti dei padroni di casa nonostante i rossi inflitti a Tricamo e Biondo, che hanno costretto i nebroidei a giocare in 9 per 40 minuti. Ma, ancora prima, il Sant’Agata aveva trovato la zampata del definitivo 1-1 con Piyuka.
Poi tanta sofferenza e quindi l’orgoglio per aver resistito fino alla fine, portando a casa un punto che consegna tante certezze al tecnico Antonio Venuto: “Un pareggio che ci riconcilia con il calcio vero, quello di una volta, fatto di sudore e voglia di lottare su ogni pallone come se fosse l’ultimo della partita. Avevamo davanti una signora squadra, il Canicattì che, così come il Licata, ha dimostrato di meritare la classifica che ha e si giocherà la promozione fino alla fine. Davanti ha però avuto questo Sant’Agata che ha fatto di tutto per restare imbattuto e ci è riuscito. Abbiamo giocato con attenzione e spirito indomito. Stiamo recitando al meglio il nostro ruolo che è quello di terzo incomodo. Fino alla fine abbiamo sperato nel ripescaggio in Serie D, così non è stato e poi siamo stati inseriti in un girone per noi inconsueto, dove c’erano già due squadroni fatti per vincere”.
Il tecnico messinese, però, recrimina soprattutto per il secondo giallo inflitto a Biondo: “L’espulsione di Tricamo non l’ho vista per via della distanza, il ragazzo mi ha detto di aver subito un’aggressione da parte dell’avversario ed effettivamente aveva i segni del morso sul braccio. Probabilmente cadendo avrà colpito l’avversario sul volto e l’arbitro avrà giudicato quel gesto volontario. In occasione del secondo giallo inferto a Biondo, invece, ritengo che un po’ di buonsenso in più non avrebbe gustato. Credo che la sanzione disciplinare tecnicamente ci stia, ma visto che appena due minuti prima c’era stata la prima espulsione l’arbitro sarebbe potuto essere un po’ meno fiscale. Mi dispiace, perché dopo il gol del pari si è visto che il Canicattì era un po’ in difficoltà e mi sarebbe piaciuto giocarmela con almeno un solo uomo in meno, invece abbiamo resistito stoicamente per quaranta minuti con il solo Lo Giudice lì davanti e ben sette uomini dietro la linea del pallone. La partita non era stata cattiva, c’erano due squadre che si sono affrontate con vigoria ma non c’era nervosismo”.
Un punto che tiene in corsa il Sant’Agata che, altrimenti, si sarebbe ritrovato a meno 8 dalla vetta: “Il Canicattì nei primi 20 minuti ha attaccato a testa bassa spinto dal suo pubblico. All’inizio abbiamo sofferto ma poi abbiamo dato l’impressione di poter controllare il match. Proprio in quel momento abbiamo subito il vantaggio del Canicattì con Caronia che ha ribadito il rete una respinta di Ingrassia. Per noi la sconfitta sarebbe stata pesante, andare a meno otto avrebbe compromesso il nostro campionato, ma a quel punto è uscito fuori il carattere dei miei ragazzi che prima hanno pareggiato i conti e poi hanno resistito in 9 uomini. Domenica c’è Licata-Canicattì? Spero e credo che possa finire in parità. Il Licata ha un attacco fuori categoria e con Assenzio ha avuto quella quadratura che non aveva in precedenza. Il Canicattì, dall’altro lato, ha una difesa molto forte. Noi, però, dobbiamo solo guardare al nostro orticello, le somme si tireranno il 7 aprile”.