Il prossimo 9 maggio al “The Space Moderno” verrà proiettato “The Elevator”, pellicola la cui regia è curata dal messinese Massimo Coglitore, nell’ambito della 14esima edizione del “RIFF – Rome Independent Film Fest”. L’opera cinematografica è un thriller psicologico in ligua inglese che già è uscito in Germanie e prossimamente verrà proiettato anche in Spagna, Francia e Stati Uniti.
“The Elevator”, scritto da Riccardo Irrera e Mauro Graiani, è prodotto dall’italiana Lupin Film di Riccardo Neri e racconta la storia di Jack Tramell (interpretato da James Parks) un famoso presentatore americano che conduce un popolare quiz televisivo. Una sera, Jack viene bloccato in ascensore da una donna misteriosa (Caroline Goodall) che inizia un suo personale e sadico quiz. Jack è accusato di un gravissimo crimine. Ma qual è la verità? Chi è il vero colpevole? Il thriller racconta in tempo reale le storie dei due personaggi, alle prese con i propri segreti, in uno spazio claustrofobico. Il set principale del film è l’ascensore di un building newyorkese e tra gli interpreti si segnala il celebre Burt Young. Ora Massimo Coglitore e Riccardo Neri sono al lavoro sul prossimo film, diretto dallo stesso Coglitore e dal titolo “The Straight Path”, sempre scritto dagli sceneggiatori Graiani e Irrera. Il regista non nasconde la soddisfazione per il suo film, destinato sin dall’inizio a una distribuzione internazionale: “Amo il cinema di contenuti e con un forte senso estetico. Volevamo realizzare un prodotto destinato al mercato internazionale e, seppure con un budget contenuto, abbiamo puntato alla qualità e alla professionalità di cast e troupe. Ė essenziale partire da storie avvincenti, scritte per poter essere realizzate con costi misurati. Abbiamo girato in lingua inglese sia perché il film è ambientato a New York, sia per avere una distribuzione all’estero. James Parks, Caroline Goodall e Burt Young sono attori straordinari, che hanno lavorato con grandi registi. Ė stato molto interessante lavorare con loro. Si è creata una notevole armonia a livello umano, che è la base per poter lavorare bene. In un film così difficile, claustrofobico, con dialoghi serrati, è proprio sulla recitazione che ho puntato, mettendomi al loro servizio. Gli attori mi hanno ripagato con una strabiliante interpretazione. Inoltre, la fotografia è di Vincenzo Carpineta, le musiche di Stefano Caprioli, i costumi di Nicoletta Ercole, le scenografie di Tonino Zera e il montaggio di Osvaldo Bargero. Tutti ottimi professionisti”.
Alla domanda su come sia possibile emergere in un mercato difficile come quello italiano, Coglitore risponde con sincerità: “Io ho incontrato un produttore con uno spirito e una passione di altri tempi, che ha prodotto in maniera del tutto indipendente, e aggiungo eroica, il mio film. Non ho la ricetta purtroppo ma solo voglia di raccontare film diversi, intensi. Ho una passione atavica verso un cinema di respiro internazionale. La mia è quasi una ‘necessità’, più che una volontà. Mi emoziono davanti un bel film e voglio che accada lo stesso al pubblico che guarda un mio lavoro. Credo che un film debba essere una sorta di viaggio magico e io voglio percorrere con tutto me stesso questo viaggio”.