Ha vissuto in prima persona la grande epopea dei presidenti imprenditori, nel periodo d’oro del calcio dilettantistico messinese. Benedetto Bottari ora parla da osservatore neutrale, dopo una carriera ventennale che lo ha portato a conseguire importanti risultati.
Direttore sportivo di quel Milazzo capace di raggiungere il professionismo dopo essere partito dalla Promozione, ma anche del Due Torri che in D guardava in faccia senza troppe remore alle big della categoria, ha lasciato il segno, fino all’esperienza con la scuola calcio Fair Play conclusa un anno fa. Legato ai principi della vecchia scuola dei dirigenti e del rispetto dei ruoli, non ha accettato compromessi, né temuto di essere messo alla porta per via dei risultati negativi, purché fossero il frutto di scelte esclusivamente sue.
Adesso si trova a “bordo campo” a guardare il campionato di serie D che la formazione di Raffaele Novelli sta conducendo con piglio e autorevolezza: “Credo che l’Acr Messina sia il favorito per la vittoria finale, al di là della situazione parziale di classifica. Questa volta la società è partita con un progetto tecnico e lo sta portando avanti fino in fondo, poi nel corso della stagione il rinforzo nel settore del campo in cui si è un po’ più sguarniti ci sta, ma il gruppo da cui si è partiti ad inizio stagione è rimasto tale. La continuità nel calcio alla fine paga sempre, come l’aver pazienza e trasmettere serenità ai giocatori e allo staff tecnico senza farsi prendere dalla frenesia di voler stravolgere tutto e ricominciare da capo, magari a stagione in corso. Al di là del valore della rosa messa a disposizione di Novelli, che è di primissimo ordine, credo che come tipologia di squadra l’Acr Messina sia fatto su misura per vincere questo tipo di campionato”.
Secondo Bottari, il Fc Messina si è un po’ complicato la vita: “Buona parte di questa stagione è stata caratterizzata dalla ricerca spasmodica dell’attaccante in grado di poter fare la differenza, io invece sinceramente questa necessità non l’ho mai vista. Giocatori del calibro di Dambros e Coria hanno dimostrato di poter e saper reggere l’attacco. Il progetto del presidente Arena via via è stato modificato, lo scorso anno erano state gettate delle basi e questa estate si è puntato molto sulla continuità tecnica. Poi qualche risultato non è venuto e la proprietà ha reputato opportuno adoperare ben due cambi in panchina. Nonostante tutto l’Fc Messina è lì e lotterà fino alla fine per rendere la vita difficile all’Acr Messina”.
Tutto questo a poche settimane dal derby del 21 marzo: “Potrebbe essere decisivo in caso di vittoria di una delle due – ha sottolineato Bottari –. L’Acr potrebbe piazzare l’allungo decisivo, mentre l’Fc potrebbe definitivamente certificare quello che tutto l’ambiente attorno alla squadra pensa, cioè di non essere inferiore. Il pareggio, invece, lascerebbe tutto invariato. Pensare già al derby, comunque, sarebbe un errore da parte di entrambe le squadre. L’Acr è atteso da una difficile partita ad Acireale e sappiamo quanto da quelle parti ci tengano a questa sfida, mentre l’Fc avrà due gare delicate in casa, compreso il recupero con il Licata del 14 marzo”.
Volgendo uno sguardo alla provincia, Bottari non è sorpreso di vedere il Sant’Agata in D dopo trent’anni e l’Acquedolci capace di strabiliare tutti, almeno fino allo stop dei campionati, in Eccellenza: “Sono due progetti tecnici diversi, ma altrettanto validi. Nel Sant’Agata c’è una progettazione che dura da anni, mentre l’Acquedolci vive di entusiasmo. Ma entrambe hanno un filo conduttore, vale a dire l’appartenenza con un territorio, quello dei Nebrodi, capace di produrre ricchezza e di saper investire, perché nel calcio, come nella vita, non basta avere i soldi, ma vanno scelto le persone giuste, muovendosi bene. Chi si comporta così spesso ottiene più di chi magari ha investito somme più ingenti. Oggi a noi tutto questo sembra un miracolo, ma pochi anni fa il solo comprensorio nebroideo esprimeva Due Torri, Tiger Brolo e Orlandina in serie D. Per tre squadre nella stessa categoria, nel giro di pochi chilometri, credo che dovremmo scomodare gli opulenti gironi del centro-nord per trovare qualcosa di simile. Io stesso ho lavorato al Due Torri e mi sono trovato molto bene”.
Sempre restando in provincia, ma avvicinandoci a Messina, Bottari si augura di rivedere l’Igea e il Milazzo tornare ai fasti di un tempo: “L’Igea è uscita dalle sabbie mobili della Promozione dopo un solo anno. In Eccellenza ha affrontato qualche difficoltà ma ha un tecnico che nulla a che fare con questa categoria e sono certo che Furnari sia la garanzia per ottenere grandi risultati. A Milazzo sono affezionato, lì mi sono tolto grandi soddisfazioni e ho vissuto l’epopea del presidente Cannistrà. Conosco quel mondo e so come si è fatto calcio in quegli anni. Spero che torni almeno in Eccellenza”.