Nell’ambito della campagna “Sport di Tutti, Inclusione”, finanziata dall’agenzia governativa “Sport e Salute”, si è concluso con un triangolare amichevole di calcio il progetto sportivo-educativo “Il Mio Campo Libero”. L’iniziativa è stata inserita nel calendario di eventi di Libera “i Cento passi verso il 21 marzo”, in memoria delle vittime innocenti di tutte le mafie. Si è svolta all’interno dell’impianto sportivo della Casa Circondariale di Messina Gazzi.
A scendere in campo tre squadre: una formazione in rappresentanza della popolazione carceraria, una di magistrati e una di volontari CSI, sotto gli sguardi attenti della direttrice del carcere Angela Sciavicco e del presidente del tribunale di sorveglianza Francesca Arrigo. L’evento rappresenta il culmine di un percorso durato sette mesi, nei quali il CSI, grazie ad istruttori esperti e qualificati, ha promosso dentro le mura carcerarie quattro discipline sportive, rivolte alle detenute e ai detenuti, avendo come obiettivo la promozione dell’inclusione sociale.
Il progetto “Il Mio Campo Libero” è nato dalla collaborazione tra la stessa Casa Circondariale, il CSI Messina e il Comitato Territoriale di Messina del Centro Sportivo Italiano, che insieme hanno voluto offrire un’opportunità unica di crescita e sviluppo personale attraverso lo sport. Attraverso lo sport, le detenute e i detenuti hanno sperimentato il lavoro di squadra, il rispetto delle regole e la gestione delle emozioni.
Imparando che ogni sconfitta può essere un’opportunità di crescita e ogni vittoria va condivisa con gli altri. In questo modo, si costruiscono non soltanto atleti, ma anche persone migliori. “In un contesto come quello della detenzione, dove la libertà è ridotta e spesso i confini sembrano invalicabili, è essenziale creare spazi di libertà e di crescita personale. “Il Mio Campo Libero” voleva offrire un campo di gioco, fisico e mentale, dove ognuno può esprimere sé stesso, superare i propri limiti e trovare un senso di appartenenza”, ha sottolineato il Presidente del CSI Messina Santi Smedile.
Ma “Il Mio Campo Libero” non è stato solo un progetto sportivo e un’opportunità per migliorare il benessere individuale dei detenuti. È anche un’iniziativa che mira a promuovere l’inclusione sociale e a favorire il reinserimento dei detenuti nella comunità. Lo sport infatti può essere un ponte verso la comunità esterna, un modo per rompere l’isolamento e per costruire relazioni positive con la società. Ad uscire vittoriosa sul campo è stata la squadra di casa, che ha avuto la meglio sia sui volontari del CSI che sulla squadra dei magistrati.
Così al termine dei minuti regolamentari si è dato vita ad un piccolo momento conviviale con protagonisti tutti i partecipanti che nell’occasione sono stati premiati con medaglie e coppe. “Il Mio Campo Libero” non sarebbe stato possibile senza il sostegno e l’impegno di tutti coloro che vi hanno partecipato: volontari, istruttori, personale della prigione e detenuti stessi. “Il Mio Campo Libero”, ha saputo ben rappresentare un’espressione tangibile della volontà di costruire una società più giusta, inclusiva e solidale.